Il Governo si gioca tutto in due mesi: il paradiso o i morti in piazza
- Nicola Perrone
- 15/05/2020
- Dal Direttore
- segreteria.direzione@dire.it
L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia Dire, per Direoggi Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Solo 60 giorni. Tra due mesi o i soldi promessi dal Governo saranno arrivati a destinazione, ossigeno necessario per la vita quotidiana, o sarà il caos, con scontri e morti in piazza. È questo che allarma tutti i politici, di governo e di opposizione. Perché una crisi del genere non l’abbiamo mai vista, devastante per quanto sta producendo in tutto il tessuto economico del Paese.
Il Governo in questi tre mesi di emergenza sanitaria è riuscito a tenere alto il consenso sulle misure adottate, promettendo l’arrivo di centinaia e centinaia di miliardi per sostenere tutti. Finora non è stato così, già sta montando la rabbia di tanti che aspettano ancora quel poco promesso. Lunedì intanto si riapre tutto, anche se per uscire dalla propria regione bisognerà aspettare gli inizi di giugno.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo il via libera del Consiglio dei ministri parlerà agli italiani, spiegherà che occorrerà ancora fare attenzione, che si sta facendo tutto il possibile per assicurare la ripresa economica e i sussidi per tirare avanti. Fanno paura le 500 pagine del provvedimento, una montagna di parole per spiegare dove andranno i 55 miliardi stanziati.
Non sarà una passeggiata in Parlamento, dove tutte le forze politiche, pure di Governo, stanno affilando le armi e si preparano alla guerra delle modifiche. E sarà guerra, dura, perché ogni partito vorrà portare a casa un pezzo di trofeo da esibire all’elettorato. Ma quello che scoraggia tanti esperti del settore, che non fa ben sperare sull’esito positivo, è quanto già si è visto a proposito della nostra burocrazia che dilata la pratica, allunga i tempi, verifica e riverifica l’idoneità, fregandosene del dramma quotidiano che vivono milioni di famiglie. E in quel caso non saranno i burocrati a pagare, la rabbia si rovescerà addosso a tutta la classe politica.
Per questo parlare di rimpasto di Governo o di sostituire Conte con Franceschini che sta tramando sono «solo chiacchiere al vento» come spiega un Dem di peso, «in ballo c’è la vita di milioni di persone, se l’Italia ce la farà da sola oppure dovremo vedercela anche noi con la troika di Bruxelles».
C’è anche questo rischio all’orizzonte, come spiega un’analista finanziario: «Perché finora la Bce sta sostenendo il nostro debito, acquista i titoli, ma se tra due mesi ci troveremo di fronte a tensioni sociali e crisi politiche, allo spread che impazzisce, allora scatterebbero subito le contromisure». E saranno guai per tutti noi. Due mesi, 60 giorni, per tornare a vivere con un po’ di serenità o finire all’inferno.
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