Il Miglio verde: compie ventidue anni uno dei film che ci ha fatto versare più lacrime

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Il miglio verde compie ventidue anni. L’intramontabile film di Frank Darabont al cinema per la prima volta il 6 dicembre 1999, ha fatto commuovere intere generazioni diventando un successo della cinematografia mondiale. Dalle sale di Westwood in California, The Green Mile di Frank Darabont racconta una storia drammatica nel braccio della morte nel penitenziario di Cold Mountain.

Siamo nella Lousiana del 1935 e John Coffey (Michael Clarke Duncan) è stato condannato a morte ingiustamente, è il gigante buono che purtroppo però non si salverà. C’è poi
Paul Edgecomb (Tom Hanks), agente di custodia che sorveglia i detenuti e li accompagna alla sedia elettrica passando proprio dal corridoio chiamato il “miglio verde” per il colore della pavimentazione in linoleum.

John Coffey è accusato dell’omicidio di due bambine. Ma lui da subito mostra una natura diversa: è gentile, affabile e un potere sovrannaturale in grado di guarire le persone. Piano piano, giorno dopo giorno, l’agente Paul si ricrede sul gigante buono, ma non potrà cambiare il suo destino già scritto.

Ci sono poi l’agente Brutus, suo migliore amico, e altri colleghi tra cui Percy, sadico e raccomandato. La vita nel braccio della morte scorre lenta, John in contrasto con il suo aspetto fisico, ha perfino paura del buio, ma riesce a trasformare il dolore delle persone in qualcosa di positivo. Così Paul comincia ad interrogarsi sulla reale colpevolezza di John. Per aiutarlo, lo conduce a casa di Melinda, moglie del direttore del carcere, gravemente malata e la guarisce. La storia ha poi contorni che si intrecciano e lasciano lo spettatore con il fiato sospeso, fino all’epilogo da fazzoletti in mano.

Chi è William si capisce dopo: egli è infatti l’assassino delle bambine che si pensava fossero state uccise da John; tuttavia la società e il mondo intero ha condannato John; egli è innocente ma non vuole che si cambi la sentenza definitiva della sua condanna a morte; inoltre, si sente responsabile anche della morte del vero assassino delle due bambine. Semplicemente, alla fine, si scopre che John si trovava nel luogo del delitto perché essendo arrivato dopo l’assassino delle due bambine prova a salvarle con i suoi poteri magici; ma le prove lo avevano inchiodato in una scena leggendaria in cui lui stesso viene trovato con i corpicini delle bambine fra le mani.

Un film toccante, appassionante che prende tutti non solo gli appassionati di cinema. Tre ore incollati allo schermo in un’ambientazione che racconta le due guerre mondiali e il clima di incertezza politica che si respira. Il film è tratto dall’omonimo libro di Stephen King, ma a differenza degli altri romanzi del maestro del brivido, non si arriva mai all’horror.

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