Il multitasking non esiste: fare più cose contemporaneamente è solo un’illusione (ma non ditelo alle donne)
Fare più cose insieme è possibile? Certo, ma i risultati non saranno dei migliori. Gli studi che dimostrano come il multitasking sia solo un’illusione
Pensate di possedere l’abilità oggi più ambita nel mondo del lavoro, ossia quella di poter svolgere più compiti allo stesso tempo moltiplicando così (apparentemente) la produttività? Impossibile, come dimostrato in diversi studi, il multitasking umano è un abbaglio.
Il cervello fa una cosa per volta
Per dimostrarlo, partiamo da un semplice esempio. Nell’immagine sono raffigurati un’anatra e un coniglio; per visualizzarli il nostro cervello compie un lavoro interpretativo, una semplice azione. Nonostante il disegno rappresenti due animali insieme, riusciamo a percepirne solo uno alla volta e non ambedue contemporaneamente: in un momento vediamo il coniglio e nel momento successivo l’anatra o viceversa.
Quello che vale per la percezione di un’immagine non differisce dallo svolgere altri tipi di azione. Leggere una mail mentre si chatta con il collega e contemporaneamente scegliere il prossimo e-book da scaricare non è possibile né per un uomo né (con grande sorpresa) per un donna: la capacità di eseguire più attività nello stesso lasso di tempo è un’abilità propria solo dei computer.
Originariamente per “multitasking” si intende la capacità di un sistema operativo di eseguire calcoli e processi in parallelo o in maniera seriale e segmentata. Secondo studi neuroscientifici, la nostra capacità di elaborare informazioni è essenzialmente selettiva. In sostanza, non bisognerebbe parlare di “multitasking”, bensì di “switchtasking”: quando pensiamo di fare più cose contemporaneamente in realtà stiamo alternando più o meno velocemente l’oggetto della nostra attenzione.
Riprendendo l’esempio sopracitato, alla casella delle mail si dedicano alcuni secondi, per poi tornare a dedicare attenzione alla chat e infine focalizzarsi sulla scelta del libro: sono tre momenti contigui ma separati. L’abilità consiste quindi nella velocità di passare da un compito all’altro, alternandoli.
Le donne sono più “brave”?
Secondo una credenza comune, le donne sarebbero migliori degli uomini nella capacità di fare più cose in un ridotto periodo di tempo. Niente di più falso, a dimostrarlo una ricerca condotta da due psicologi universitari in Germania.
Lo studio si basa su un esperimento che ha coinvolto 48 donne e 48 uomini, tutti con età, abilità fisiche e cognitive simili. Durante le prove gli scienziati hanno valutato le differenze di genere in base a velocità di elaborazione e reazione, intelligenza fluida, memoria di lavoro e capacità spaziali.
Con grande sorpresa è stato osservato che non c’è stata alcuna differenza tra le prestazioni delle donne e quelle degli uomini: entrambi, quando sono impegnati in più compiti in un ridotto lasso di tempo, ottengono gli stessi risultati.
La ricerca sfata quindi uno stereotipo che danneggia la parte femminile della popolazione. Infatti troppo spesso, per motivi di origine puramente sociale, le donne vengono sovraccaricate molto di più rispetto agli uomini di impegni di lavoro e vita domestica.
Evitare il sovraccarico
L’errore non deve essere quello di mitizzare la capacità di switchtasking. Infatti, ogni volta che il cervello passa da un oggetto all’altro impegna del tempo e dell’energia per rifocalizzarsi; ciò determina una diminuzione della creatività, dal momento che per favorire l’inventiva è necessario concentrarsi su una cosa sola per un lungo periodo. Voler fare troppe cose inoltre produce ansia e depressione, alterando le stesse funzioni del cervello e costringendolo a un’attività che non è nella sua natura.
Per questo il singletasking, ossia il fare bene una cosa per volta con i giusti tempi, oltre a migliorare la capacità di concentrazione, può essere in realtà più efficiente e soddisfacente, nonché indicato per il benessere della mente e per lo sviluppo della creatività.
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