Il soldato russo catturato che viene rifocillato piange quando lo lasciano parlare con la madre

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Immagini che il Cremlino non vuole che i russi vedano lampeggiano ogni pochi minuti su un canale ucraino di Telegram. Lì il corpo di un uomo in mimetica giace rigido in un campo innevato, con carne e sangue maciullati. “Non identificato”, recita la didascalia. E le dita vanno avanti. Tremano.

Qui un altro video mostra qualcosa cui vogliamo aggrapparci. Sarà vero? Sembra così paradossale…

Pochissimi minuti che fanno poi il giro del web, condivisi in prima battuta dal giornalista scrittore russo del Wall Street Journal, Matthew Luxmoore, che dice laconico:

Molte di queste truppe sono composte solo sa adolescenti, senza assolutamente la minima idea di cosa sia veramente questa guerra.

Il video mostra un soldato, probabilmente russo catturato, rifocillato dalla gente del posto. La ragazza ucraina che sorregge un cellulare è attenta e solerte, mentre il ragazzo ingolla tè caldo e una brioche.

Non preoccuparti, Natasha, è vivo e vegeto. Riceverai una chiamata più tardi, dice a un certo punto la ragazza rivolgendosi probabilmente alla mamma di lui in Russia, mentre il ragazzo singhiozza e mastica.

Dolore. E una brioche.

Ora, la storia potrebbe non essere esattamente come ce l’hanno raccontata. Non sappiamo chi siano quelle persone, la loro storia. Ne arrivano a bizzeffe. Bambini e cani e donne e soldati col sangue. Solidarietà ce n’è, ma anche tensione.

Ogni gesto si trasforma in atto struggente e glorioso, e ogni secondo che passa costa la vita.

In immagini come questa, dicono, ci sono solo le vittime di un dittatore sanguinario. Come se finora quel dittatore sanguinario nessuno l’avesse conosciuto. Quelle vittime sono anche un po’ nostre, di un Occidente fino a questo momento in panciolle.

Propaganda o gesto grandioso?

Attraverso i social, alcune persone hanno criticato la pubblicazione del video sottolineando si tratti di mera propaganda e si sono persino chiesti se le immagini facciano parte di un montaggio. Nel diritto internazionale, secondo la Convenzione di Ginevra, i prigionieri di guerra non possono essere usati come propaganda e non devono essere mostrati al pubblico scrutinio.

Nonostante ciò, la maggior parte degli utenti dei social network ha applaudito quel gesto, riconoscendo che è un segno di umanità all’interno di un gravissimo conflitto.

Fonte: Matthew Luxmoore Twitter

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