Il Tar del Lazio dice no a Grillo e Nero d’Avola solo Doc Sicilia

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di Luigi Salvo
Il Tar Lazio ha accolto il ricorso dell’azienda Duca di Salaparuta bocciando le modifiche ai disciplinari della Doc Sicilia e dell’Igp Terre Siciliane che decretavano la possibilità di scrivere in etichetta il nome Grillo o Nero d’Avola solo nei vini Doc Sicilia. Le modifiche volute dal consorzio tendevano a garantire Grillo e Nero d’Avola impedendone la produzione nei vini Igp Terre Siciliane, con l’esclusività della Doc l’idea era di si garantire una migliore qualità del vino e un maggior controllo dell’intera filiera di produzione, con la vendemmia, invece 2019 si tornerà alle vecchie regole.

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso della Duca di Salaparuta per vizi di forma, secondo i giudici la decisione di modificare le regole dell’Igp è avvenuta senza una decisione dell’assemblea, ma dei soli vertici associativi delle Terre Siciliane, inoltre la decisione di impedire l’utilizzazione del nome Grillo e del Nero d’Avola nei vini Igp non è una valorizzazione e di fatto penalizza la produzione a marchio Igp.

Recita la sentenza: “La previsione solo per i vitigni Nero d’Avola e Grillo (a differenza di quanto avviene per tutti gli altri vitigni) di un divieto di indicazione in etichetta pregiudica in modo rilevante le potenzialità commerciali dei produttori di vini Igp, come parte ricorrenti, limitandone la libertà di concorrere con i propri prodotto nel mercato del settore Igp. Si tratta dunque di una misura anticoncorrenziale, che non trova giustificazione in rilevanti motivi di interesse pubblico ma solo in ragioni di politica commerciale, volti a favorire la produzione Doc”.

Pronto il ricorso al Consiglio di Stato da parte del consorzio Doc Siicilia nella speranza di ribaltare la sentenza di primo grado

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