Il voto di preferenza da male assoluto a salvezza dei cittadini

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L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

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ROMA – I più giovani, anche i meno, non lo sanno e non lo ricordano. Il voto di preferenza per decenni è stato considerato il male assoluto, almeno dalla metà della popolazione italiana. Lì si collegava il voto di scambio, la preferenza in cambio della banconota divisa a metà (l’altra metà ad elezione svolta), il dono e le varie mazzette. Per decenni la battaglia è stata senza esclusione di colpi. Tolta la possibilità ai cittadini di mettere la crocetta sul nome del candidato, si è passati a dare tutto il potere alle segreterie dei partiti, che in questi anni hanno piazzato i loro preferiti, non sempre capaci, però, anzi visto quanto accaduto alla fine è prevalsa la figura dell’amico incompetente. Quello che fa danni, per intenderci. Oggi il vento è cambiato, la spinta populista riporta alla preferenza. “Per noi devono essere i cittadini a scegliere chi mandare in Parlamento e non le segreterie di partito. L’abbiamo gia’ detto nei primi incontri di maggioranza e torneremo a ripeterlo per arrivare a una legge elettorale che sia nell’interesse dei cittadini e non dei partiti” ha detto il ‘grillino’ Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera. Per quanto riguarda il dibattito politico, tam tam tra i giornalisti della politica sulla ‘buca’ al Premier Conte data dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Oggi il presidente del Consiglio ha ricevuto il commissario Legnini e i sindaci interessati alla ricostruzione post terremoto. Doveva esserci anche Zingaretti, come presidente della Regione Lazio, ma il segretario Dem ha preferito stare in Veneto, a combattere per le regionali. Vero punto di svolta. Se il risultato alla fine non sarà almeno di pareggio (Toscana, Campania e Puglia al centrosinistra, Liguria, Veneto e Marche al centrodestra) per la maggioranza di Governo saranno guai. Anche nel Pd intanto sono molti a ridere per lo svarione su twitter della ministra De Micheli, che a proposito dello strumento migliore per collegare la Calabria alla Sicilia oltre al Ponte o il tunnel ci ha messo “una pista ciclabile”. Magari!

LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 3 SETTEMBRE 2020

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