In Abruzzo entrano in servizio oltre 200 ‘infermieri di famiglia’

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Sono pronti ad entrare in servizio per dare supporto nella lotta al Coronavirus anche nell'ambito scolastico

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PESCARA – Oltre 200 infermieri di famiglia/comunita’ pronti ad entrare in servizio in Abruzzo per dare supporto nella lotta al Coronavirus anche nell’ambito scolatico. A renderlo noto l’assessore regionale alla Sanita’ Nicoletta Veri’ nel corso di un incontro avuto oggi a Pescara con i sindacati e gli ordini provinciali degli infermieri. Una possibilita’, e’ stato ricordato, data dalla legge di conversione del Decreto Rilancio che permette l’attivazione di questa specifica figura professionale che andra’ ad operare nella rete territoriale, anche per far fronte alla presa in carico di pazienti condivisi al Covid.

“Una figura centrale- commenta la Veri’- che sara’ strategica anche nell’ottica della gestione dei casi positivi che dovessero registrarsi nella comunita’ scolastica. Parte degli infermieri di famiglia e di comunita’, infatti, saranno organici ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, che li impiegheranno per tutte le funzioni connesse alla loro preparazione professionale. E’ un grande cambiamento organizzativo e culturale nella nostra regione- sottolinea- poiche’ fino ad oggi la figura infermieristica era principalmente collegata all’ambito ospedaliero”.

A scuola l’infermiere di famiglia/comunita’ si occupera’ non solo del raccordo tra l’istituto e i medici di medicina generale o pediatri di libera scelta, ma si dedichera’ anche a momenti di formazione specifica rivolti agli studenti sui comportamenti corretti da tenere per limitare il contagio. Infine, fornira’ assistenza e supporto agli alunni in condizione di fragilita’.

“Naturalmente- sottolinea l’assessore- i compiti dell’infermiere di famiglia/comunita’ non si esauriscono solo in ambito scolastico e li abbiamo precisati ed elencati nel piano di potenziamento dell’assistenza territoriale, affinche’ diventino organici al nostro sistema sanitario”.
Nell’ambito delle funzioni, in linea generale, l’infermiere di famiglia/comunita’ promuove un’assistenza di natura preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa differenziata per bisogno e per fascia d’eta’, attraverso interventi domiciliari e ambulatoriali, in risposta ai bisogni di salute dei soggetti cronici, non autosufficienti, disabili, con disturbi mentali e per le situazioni di fragilita’, nonche’ i pazienti in isolamento domiciliare o in quarantena. Obiettivo degli interventi e’, da una parte, potenziare con la componente infermieristica l’assistenza domiciliare e la sorveglianza attiva per i pazienti positivi non ospedalizzati, anche in collaborazione con le Usca e i servizi offerti dalle cure primarie, e dall’altra rafforzare l’assistenza ai soggetti fragili e cronici, anche attraverso la collaborazione rafforzata con tutti gli operatori sanitari, riducendo cosi’ il carico di prestazioni e servizi ambulatoriali. Questa nuova figura, con il medico di fiducia del paziente, cura il monitoraggio dello stato di salute degli assistiti, mediante visite domiciliari, follow up telefonici, dispositivi e strumenti di telemedicina, in modo da evitare che il paziente, soprattutto in fase di emergenza pandemica, sia costretto a rivolgersi ai servizi sanitari quando gia’ presenti riacutizzazioni o complicanze patologiche. La tempistica delle procedure e’ stabilita dalle singole Asl, nell’ambito dei piani assunzionali straordinari in corso per far fronte all’emergenza Covid 19.

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