In attesa dell’Ue, Conte si prepara: venerdì la comunicazione sulla ripartenza
- Nicola Perrone
- 22/04/2020
- Dal Direttore
- segreteria.direzione@dire.it
L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Tutti in attesa della difficile partita di domani, quando il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, cercherà di convincere gli altri leader europei di puntare a un provvedimento comune da oltre mille miliardi di euro per superare i danni dell’epidemia e il conseguente crollo economico.
Intanto oggi è durata due ore la videoconferenza sulla ‘Fase 2’, presieduta dal premier con il capo della task force Vittorio Colao, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, e i ministri capo delegazione.
Oggetto del confronto il documento elaborato dalla task force con le linee guida che il presidente del Consiglio, dopo una valutazione, nel fine settimana (venerdì o sabato) illustrerà a tutti gli italiani. Così sapremo che cosa si potrà fare, dove e a partire da quale giorno, assai probabile dal 4 maggio.
Torneranno nelle loro aziende milioni di lavoratori e i sindacati oggi hanno lanciato l’allarme sulla sicurezza. Proprio in questo momento a Palazzo Chigi è in corso l’incontro tra Conte e i leader dei sindacati, per un ritorno sicuro al lavoro. Dovrà però arrivare il via libera anche della commissione tecnico-scientifica.
In serata riunione della cabina di regia governo-enti locali. Domani è convocato il Consiglio dei ministri per mettere a punto la relazione da presentare alle Camere per il nuovo scostamento di bilancio da 50 miliardi, che confluiranno nel prossimo decreto in arrivo a fine mese che toccherà gli 80 miliardi di euro.
Sul fronte politico, gli ultimi sondaggi registrano ancora il calo della Lega di Matteo Salvini con il Pd che la segue a poco più di tre punti. Nel M5S fa ancora discutere l’entrata in campo di Alessandro Di Battista, con alcuni esponenti della sua area che minacciano la scissione nel caso si approvasse il Mes.
Intanto Carlo Calenda, leader di Azione, punta ad un altro esecutivo: «Penso a un Governo di unità nazionale con, ad esempio, Zaia e Bonaccini. A guidarlo potrebbe essere Sala, o Draghi se lo volesse fare».
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