In Australia migranti liberi dopo 18 mesi di reclusione in un hotel
di Brando Ricci
ROMA – Dopo oltre 18 mesi di attesa chiusi dentro un hotel alla periferia di Melbourne, decine di richiedenti asilo hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo e possono iniziare a vivere e lavorare in Australia. La testimonianza di uno dei migranti, il cittadino curdo iraniano Farhad Bandesh, è stata raccolta dall’emittente Al Jazeera. Bandesh, come molti altri richiedenti asilo che hanno condiviso il suo percorso, è arrivato in Australia via nave nel 2013. Una volta sbarcato sull’isola, le autorità di Sidney lo hanno trasferito in un centro di detenzione nell’isola di Manus, che appartiene alla Papua Nuova Guinea, nell’ambito del sistema “offshore” di presa in carico delle domande di asilo promosso dall’Australia, fortemente criticato da numerose organizzazioni in difesa dei diritti umani e anche dalle Nazioni Unite. Dopo sei anni trascorsi a Manus, 18 mesi fa Bandesh e’ stato nuovamente trasferito nel Manta Hotel di Melbourne, seconda citta’ piu’ popolosa del Paese, insieme a piu’ di 60 persone che come lui necessitavano di visite mediche. Ora Bandesh è “libero”, insieme a decine di altre ormai ex inquilini dell’albergo, anche a seguito di un lungo processo legale che il richiedente asilo definisce “molto complicato”. Sono ancora centinaia i migranti e i richiedenti asilo che si trovano reclusi in hotel ai margini delle città australiane, nei centri di detenzioni in Papua Nuova Guinea e nello Stato insulare di Nauru. Proseguono quindi le manifestazioni per il loro rilascio, organizzate quasi ogni giorno, si legge su Al Jazeera, dagli attivisti australiani.
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