In India il distanziamento sociale è un lusso
- Vincenzo Giardina
- 23/03/2020
- Mondo
- v.giardina@agenziadire.com
Anche in India è entrata in vigore una stretta su contatti e spostamenti nelle città. Ma per i milioni di indiani che vivono negli slum la situazione non è semplice Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
ROMA – Il distanziamento sociale è “un lusso” che milioni di indiani che vivono negli slum e lavorano per meno di due dollari al giorno non possono permettersi: a sottolinearlo, all’indomani dell’entrata in vigore della stretta di New Delhi per contenere l’epidemia di coronavirus, è il quotidiano Economic Times. Nell’articolo sono ricostruite le difficoltà di Baby Devi, trentottenne madre di quattro figli, assistente domestica appena licenziata da due dei suoi tre datori di lavoro. “Come molti indiani benestanti – sottolinea il giornale – loro hanno cominciato il distanziamento sociale per contrastare il virus”.
Devi guadagnava l’equivalente di 0,67 dollari al giorno. Con i suoi vive in un’unica stanza e deve condividere il bagno e i servizi igienici con due altre famiglie. “Uscire è un problema ma lo è anche restare a casa” ha detto la donna all’Economic Times. Secondo il giornale, “le sue difficoltà sono quelle di circa 450 milioni di indiani che lavorano nel settore informale e sono un esempio chiaro di come le disuguaglianze sociali minacciano gli sforzi per contenere il virus”. L’Economic Times ricorda che il “nero” è l’unica risorsa per il 90 per cento della manodopera indiana e buona parte delle circa 8 milioni e 800.000 famiglie degli slum. Molte di queste persone lavorano come idraulici, assistenti domestici, spazzini, conducenti di rickshaw o venditori di strada e non hanno la possibilità dello smart working o del distanziamento sociale.
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Da ieri in India è entrata in vigore una stretta su contatti e spostamenti nelle città. Il primo ministro Narendra Modi ha anche sospeso i collegamenti ferroviari per i passeggeri fino al 31 marzo. A oggi i casi accertati nel Paese sono 390. Sette i decessi. Secondo Rajmohan Panda, professore in India presso la Public Health Foundation, “senza il lusso della sicurezza sociale, la perdita di reddito anche solo temporanea avrà un impatto sulle condizioni di igiene e sulla nutrizione per milioni di persone, accrescendo i rischi di propagazione del virus”.
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