In Puglia è a rischio la candidabilità di Lopalco
- Redazione
- 29/07/2020
- Puglia
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Approvato nella notte emendamento di Forza Italia che rende la candidatura non compatibile con il ruolo di membro della task force Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
BARI – Pierluigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore della task force regionale che si occupa della emergenza sanitaria legata al Covid-19, ha tempo fino al 21 agosto per decidere se confermare la sua candidatura e dimettersi dal ruolo di capo della task force o abbandonare l’idea di candidarsi e archiviare l’ipotesi di diventare assessore regionale alla Sanità.
Nella notte, il Consiglio regionale pugliese – complici il voto segreto e i franchi tiratori della maggioranza – ha infatti approvato l’emendamento presentato da Domenico Damascelli (FI) che, di fatto, potrebbe escludere l’epidemiologo dalla campagna elettorale. Con l’emendamento si modifica il comma 1 dell’articolo 6 della legge elettorale pugliese, secondo cui “oltre ai casi previsti dal primo comma dell’articolo 2 della legge 23 aprile 1981, n. 154, non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”, estendendo l’ineleggibilità ai “soggetti nominati a qualunque titolo nelle task force della Regione Puglia, che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza o collaborazione”.
L’emendamento forzista – il primo discusso degli oltre 1.900 presentati dalle forze di minoranza in Aula – è passato con 28 voti a favore e 19 contrari.
“Bye bye al professor Lopalco, pagato dai pugliesi per occuparsi della pandemia, ma nominato da Emiliano per poi lanciarsi nell’avventura elettorale sfruttando la visibilità ottenuta con l’incarico in Regione”, commentano i consiglieri regionali di Forza Italia a caldo. E aggiungono: “Il professore oggi è costretto a fare ciò che gli chiediamo da tempo: dimettersi per candidarsi con Emiliano, senza continuare a beneficiare dei riflettori puntati per l’incarico retribuito con i soldi dei cittadini. Chi vuole fare campagna elettorale – ancora gli azzurri – lo faccia con risorse proprie e non con quelle pubbliche. Giustizia è stata fatta: chi ha fatto propaganda elettorale in questi mesi utilizzando le istituzioni, deve rinunciare alla poltrona se vuole partecipare come candidato”.
“È stato sufficiente chiedere il voto segreto per iniettare coraggio e buonsenso anche nella maggioranza”, evidenziano i consiglieri regionali di Fratelli di Italia per i quali quanto accaduto “è la dimostrazione che la nostra battaglia era fondata: approfittare di un’emergenza sanitaria e dello spazio mediatico che questa ha consentito è il punto più basso di questa legislatura”. Gli esponenti di FdI concludono rimarcando “la poca credibilità che avrebbe avuto l’uomo di scienza nelle sue dichiarazioni e decisioni riguardanti la salute e la vita dei cittadini, sacrificate sull’altare della sua candidatura“.
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