In questo paese le farmacie raccolgono le mascherine usate per riciclare e riutilizzarle

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Quante volte camminando per strada o peggio in spiaggia o in montagna avete visto mascherine abbandonate? Un problema con cui stiamo già facendo i conti. Ma in Spagna il Cantabrian College of Pharmacists, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha avviato un’iniziativa che potrebbe davvero fare la differenza: le farmacie infatti raccoglieranno le mascherine usate per trasformarle in nuovi prodotti.

Da quanto è esplosa la pandemia, l’uso delle mascherine e dei guanti è schizzato alle stelle. Tali dispositivi sono entrati a far parte del nostro quotidiano e spesso sono stati e sono ancora obbligatori, sia in Italia che nel resto del mondo.

Se il loro uso è fondamentale per contenere la diffusione del coronavirus, la loro presenza è diventata tuttavia un vero e proprio problema ambientale. Una mascherina chirurgica di solito è realizzata in polipropilene, un materiale che si scompone in microplastiche che finiscono nei corsi d’acqua e spesso ingerite da specie acquatiche. Esse possono impiegare dai 300 ai 400 anni per decomporsi.

Quanto tempo impiegano mascherine e guanti a decomporsi? Fino a 400 anni

Così in Spagna si è cercato di correre ai ripari. Nei giorni scorsi, il Cantabrian College of Pharmacists, in collaborazione con il Ministero della Salute e con il supporto logistico dei magazzini di distribuzione farmaceutica Cenfarte e Cofas, ha lanciato la campagna “Una mascherina ha molte vite” per riciclare le mascherine usate ma anche sensibilizzare la popolazione.

Le farmacie che partecipano volontariamente alla campagna avranno una sorta di contenitore, in cui la popolazione può depositare tutti i tipi di mascherine usate, che verranno successivamente inviate a una società di gestione dei rifiuti, per il recupero e il riciclaggio dei loro materiali.

Il presidente del Collegio Ufficiale dei Farmacisti, Rita de la Plaza, ha spiegato che l’idea della campagna nasce dall’entrata in vigore delle norme per ll’uso obbligatorio delle mascherine.

“Dato questo uso diffuso di dispositivi di protezione usa e getta, il Collegio ritiene necessario informare e sensibilizzare sulla corretta gestione dei rifiuti generati, poiché altrimenti la salute dei cittadini potrebbe essere compromessa e causare un grave impatto sull’ambiente” .

E la rete di farmacie, composta da 276 punti sparsi in tutta la regione offre

“un luogo accessibile e vicino per la consegna di medicinali e prodotti sanitari di scarto, garantendo anche il controllo e la custodia degli stessi”.

Il Ministro della Salute, Jorge de la Puente ha aggiunto che l’iniziativa

“non è solo una campagna di riciclaggio, ma è volta a per sensibilizzare l’opinione pubblica in due modi: dobbiamo contribuire a preservare la salute del pianeta e la farmacia è più di un semplice luogo in cui vengono dispensate le medicin”.

Una volta raccolte le mascherine, la società cantabrica Textil Santanderina sarà responsabile del trattamento e della loro trasformazione in materie prime seconde.

“La nostra preoccupazione per la destinazione finale di milioni di maschere monouso che sono state messe in circolazione è cresciuta ed è nostra responsabilità, in quanto agenti della società, contribuire a ridurre al minimo l’impatto ambientale di questa crisi sanitaria” ha detto il presidente, Juan A. Parés.

L’unica perplessità riguarda la mascherine utilizzate dai soggetti positivi al coronavirus. Se da una parte è chiaro che quelle delle persone che vivono con un paziente risutato positivo al Covid non dovranno essere depositate in farmacia, dall’altra quelle usate dagli asintomatici finirebbero nei contenitori.

Fonti di riferimento: 20minutos

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Da Greenme

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