Inps taglia i benefit in smart working: “È una scelta volontaria”
BOLOGNA – Tutti al lavoro in presenza dopodomani per protestare contro l’organizzazione dello smart working all’Inps, che non riconosce ai lavoratori da remoto buoni pasto e straordinari. A invitare i dipendenti dell’Istituto nazionale per la previdenza è Usb. “L’Inps considera l’attuale lavoro agile una modalità organizzativa volontaria e per questo non riconosce il buono pasto, lo straordinario, il maggiore orario lavorato, mentre il lavoro da casa anche nell’attuale fase resta una misura necessaria per contrastare la diffusione del virus”, spiega il sindacato di base. “Anche la ministra Fabiana Dadone ha contribuito ad alimentare la confusione stabilendo che dallo scorso 15 settembre il lavoro agile fosse una delle modalità ordinarie di svolgimento dell’attività lavorativa e non la principale, scaricando sulle singole amministrazioni la decisione di riconoscere o meno il buono pasto in smart working”, osserva Usb, che rispedisce al mittente le “accuse infamanti dei commentatori da salotto, pronti a mettere sul banco degli imputati i lavoratori pubblici accusati di aver utilizzato lo smart working in emergenza sanitaria per stare in vacanza a casa”.
Per i lavoratori dell’Inps, rivendica l’Usb, quello dell’emergenza sanitaria è stato, invece, un periodo di superlavoro. “I lavoratori dell’Inps, già in numero inferiore di oltre il 10% rispetto al fabbisogno stabilito, oltre al corrente lavoro ordinario hanno gestito un notevole picco di lavoro dovuto alle prestazioni covid che l’Istituto è stato chiamato ad erogare, lavorando in condizioni disagiate, con un aggravio dei consumi delle utenze e, in tantissimi casi, dovendosi sobbarcare la spesa dell’acquisto di un computer portatile perché quelli a disposizione dell’Inps erano nettamente insufficienti”, fa sapere il sindacato di base.
LEGGI ANCHE: Stop alle sigarette nei parchi bolognesi: Aitini ci pensa
L'articolo Inps taglia i benefit in smart working: “È una scelta volontaria” proviene da Dire.it.