Kilmartin Glen, la sorprendente (e sconosciuta) Stonehenge scozzese

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Percorrendo la strada a nord-ovest che da Glasgow attraversa le colline di Argyll, la civiltà scompare e il paesaggio appare privo di vita e di storia, ma soltanto per l’occhio inesperto.

Infatti, quando si supera Loch Fyne, svoltando verso nord appena fuori dal villaggio di Lochgilphead, appare la grande distesa di Kilmartin Glen, la Scozia vista dai re dell’antico regno gaelico Dál Riata del VI e VII secolo, e le torbiere rialzate accolgono il visitatore con un paesaggio plasmato da colline accidentate, campi “colonizzati” da pecore Blackface e foreste di querce dalle radici profonde.

Ma guardando più da vicino, mentre la strada serpeggia verso nord fino alla città portuale di Oban, diventa subito chiaro che Kilmartin Glen è un luogo che cela una storia eccezionale: sì perché è questo lo scenario di una collezione preistorica di monumenti henge, tumuli funerari, pietre erette, cerchi di pietre e dei più importanti siti di arte rupestre in tutta la Gran Bretagna, con oltre 800 reliquie antiche (secondo l’ultimo conteggio).

Uno dei più grandi tesori della Gran Bretagna

Tanta meraviglia vide la luce prima dell’arrivo dei Romani e dei Greci, prima che le piramidi venissero costruite circa 4.700 anni fa e prima di Stonehenge, celebre e straordinario sito neolitico. Tutti gli archeologi e gli antiquari concordano sul fatto che Kilmartin Glen sia uno dei più grandi tesori della Gran Bretagna, eppure la maggior parte delle persone non ne ha mai sentito parlare.

D’altronde, se è vero che gli antiquari si interessarono all’area fin dal 1800, fu solo negli Anni Sessanta che due volontari locali, Marion Campbell e Mary Sandeman, intrapresero la prima indagine archeologica.

Con gli occhi fissi sul terreno, scoprirono, così, siti dimenticati per secoli, oltre a raccogliere un cospicuo archivio di manufatti del Neolitico e dell’Età del bronzo, tra cui vasi, coppe, ceramiche, asce e punte di frecce.

Da allora, il patrimonio di Kilmartin Glen ha continuato a essere oggetto di grande attenzione, centimetro dopo centimetro, e i reperti rinvenuti aiutano a tracciarne la sequenza temporale tra le sale del nuovo museo fondato agli inizi degli Anni Novanta, quando Campbell lasciò in eredità la sua collezione al museo originario: da allora, sono stati raccolti ben 22.000 manufatti.

L’esposizione sembra, inoltre, un “avvertimento” sulla natura fragile dell’esistenza umana e su come dovremmo onorare le storie dei nostri antenati. Non a caso, chi parla gaelico conosce un proverbio per scavare nel passato, riportato in grassetto su un pannello informativo lì accanto: “Cuimhnich air na daoine on dànaig u” (Per ricordare coloro da cui provieni).

Il fascino di un luogo antico che trasuda mistero

Di tutti gli strani dettagli su Kilmartin Glen, forse il più notevole è che quasi tutti i suoi siti sono raggruppati entro un raggio di circa 9 chilometri dal villaggio di Kilmartin. Ulteriori prove della civiltà preistorica della valle si trovano ad Achnabreck, un affioramento seminascosto che corona una collina 10 chilometri a sud del nuovo museo: realizzato per allinearsi con il tramonto di metà inverno, quando la luce bassa rivela una serie di spirali cornute, rosette e segni di anelli, è uno dei più grandi siti di arte rupestre del suo genere.

Alcuni ipotizzano che le incisioni preistoriche siano animate da forze soprannaturali.

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