La città ideale esiste: ed è un sogno surreale tutto italiano
Chiudete gli occhi e provate a immaginare una città ideale. Per farlo potete lasciarvi ispirare dalle parole degli scrittori e dei poeti, dalle opere surreali, oniriche o metafisiche dei più grandi pittori dei secoli scorsi o, ancora, dalle canzoni, dai ricordi e perché no, anche dai vostri sogni.
Ora apriteli, salite in macchina e raggiungete il piccolo Comune di Montegabbione in provincia di Terni perché è qui che, protetta dai boschi nel cuore dell’Umbria alla stregua di un tesoro prezioso, che troviamo La Scarzuola, la nostra città ideale.
Intrisa di bellezza e misterio, questa cittadella ha una storia decisamente affascinante che comincia proprio dal suo nome. La Scarzuola, infatti, prende il suo nome dalla Scarza, la pianta utilizzata da San Francesco nel 1218 per costruire una capanna che sarebbe stata la sua dimora, proprio nel luogo in cui oggi sorge questa città scultura.
Sul finire del 1200, sempre qui venne edificato un Convento dedicato al Santo, ma per scoprire la storia dell’aspetto della città attuale dobbiamo fare un balzo temporale in avanti e arrivate a Tomaso Buzzi, architetto e designer che, dopo l’acquisto del convento e del terreno circostante, mise in moto la macchina della creazione di una città ideale.
Potrei descrivere me stesso idealizzato poeticamente come uno che abita nel suo labirinto, dal quale sia stato cacciato il Minotauro e ne siano usciti Teseo e Arianna dopo la caduta di Icaro. Immagino che Dedalo dopo la morte del figlio Icaro si sia chiuso nel labirinto da lui stesso costruito e abbia continuato a lavorare solo fino a una tardissima età, toltosi per sempre le ali, guardando in modo commosso il cielo, coltivando il suo giardino, passeggiando seguendo gli echi; nel suo giardino delle metamorfosi, seguendo lo svettare di Ciparisso, verso il cielo, le musiche delle acque del vento, il gioco delle ombre opera del sole a lui solo ascose. Così volgerei tutto in poesia. (Tomaso Buzi – La Scarzuola.it)
Un quadro, una visione, una città teatro
C’è chi, a guardare questa cittadella rurale, non può che notare la somiglianza con i luoghi dipinti da Escher, chi la paragona a una visione onirica, chi ancora si lascia suggestionare da tutto il mistero che la caratterizza, pur restando senza risposte. Perché in effetti, nonostante le diverse informazioni giunte fino a noi oggi, il significato univoco non è mai stato svelato perché probabilmente è stato lasciato al visitatore.
Quello che sappiamo per certo è che nella costruzione della Città Ideale, è stato seguito un disegno di una macchina teatrale su larga scala. Questa opera d’arte aperta al mondo e alle persone è stata ispirata in parte al poema Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna che si è concretizzato con la realizzazione di parti sproporzionate, visioni labirintiche ed evocative, strutture geometriche, astronomiche e magiche che culminano nei sette teatri volti a richiamare esperienze visive, reali o immaginate, provenienti dal passato.
L’antico e il moderno tra realtà e surrealismo
La Scarzuola e l’opera immensa e visionaria di Tomaso Buzi contrastano prepotentemente con l’antico convento, pur trovando il loro perfetto equilibrio, e mantenendo in bilico il visitatore tra flashforward e flashback continui. Ci sono cose, strutture e architetture che guidano in un percorso esterno e interno che coinvolge i sensi, l’anima e la psiche, le zone d’ombra e quelle di luce che brillano lì, nell’Acropoli che è il simbolo della completezza e della piena realizzazione.
Un viaggio, questo, che mette in discussione la capacità di distinguere ciò che è reale e quello che non lo è. Che confonde, e definisce, che spiega senza farlo mai realmente. Volete mettervi alla prova? Per visitare la Città Ideale è obbligatoria la prenotazione sul sito ufficiale.