La Cop26 sta tracciando la strada per un “disastroso” riscaldamento globale che supererà i 2,4°C. Il report

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Un team di ricercatori da ogni parte del mondo smorza l’ottimismo che si è respirato alla Conferenza delle Parti la scorsa settimana

Il mondo si sta avviando a livelli di riscaldamento globale ben superiori ai limiti imposti dagli Accordi di Parigi del 2015, malgrado gli impegni presi dai governi e dalle Nazioni Unite per ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera: secondo un report presentato in occasione della Cop26, le temperature aumenteranno di 2,4°C entro la fine del secolo (a fronte di un +1,5°C concordato). A queste condizioni, fenomeni climatici estremi come aumento del livello dei mari, siccità, alluvioni, ondate di calore e tempeste causerebbero la devastazione in tutto il Pianeta.

Questa stima stona con le previsioni decisamente più ottimistiche pubblicate solo la scorsa settimana, che prevedevano un aumento delle temperature globali contenuto entro 1,8°C per la fine del secolo. Le stime più rosee sono basate sugli obiettivi a lungo termine posti da Paesi come l’India (terzo per emissioni inquinanti al mondo), che prevede di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2070. Invece, il disastroso risultato proposto dall’associazione indipendente Climate Action Tracker (CAT) considera come punto di partenza gli obiettivi a breve termine che i Paesi del mondo intendono raggiungere entro il prossimo decennio: le emissioni nel 2030 saranno ancora il doppio di ciò che dovrebbero essere per contenere l’aumento delle temperature entro +1,5°C. In più occasioni, gli scienziati hanno avvertito che oltre questo limite, alcuni dei danni inflitti al Pianeta saranno irreversibili.

Il report, inoltre, punta i riflettori sulla discrepanza fra ciò che i diversi Paesi hanno “promesso” di voler fare per contenere le emissioni di gas serra e i loro piani nella realtà: se si tengono conto delle misure governative attualmente messe in atto, le temperature globali aumenterebbero fino a +2,7°C! In pratica, le intenzioni per il lungo periodo sono buone, ma la loro implementazione nel breve termine è inadeguata.

I 197 partecipanti agli Accordi di Parigi sul Clima sono stati invitati a Glasgow con due obiettivi precisi: da una parte, un piano a lungo termine per il raggiungimento della neutralità carbonica entro la metà del secolo; dall’altra, l’attuazione di piani nazionali a breve termine (contributi determinati a livello nazionale, o NDC) per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030. Gli scienziati sostengono che le emissioni inquinanti dovrebbero calare del 45% entro questo decennio se si vogliono soddisfare gli obiettivi degli Accordi di Parigi. I Paesi responsabili del 90% circa delle emissioni globali hanno sottoscritto gli accordi per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 (Cina e Russia hanno fissato l’obiettivo al 2060, mentre l’India al 2070), ma i piani di azione nazionali per il prossimo decennio non sono allineati con questo obiettivo.

È impossibile contenere il riscaldamento climatico a questo ritmo, denunciano attivisti e ambientalisti. I governi devono fare molto di più di ciò che hanno promesso per provare a salvare la Terra – questa è forse l’ultima possibilità che abbiamo per farlo.

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Fonte: The Guardian

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