La Francia vieta i voli brevi se si può viaggiare in treno, per ridurre le emissioni

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Arriva nel Parlamento francese la proposta di sopprimere i voli aerei interni più brevi: l’Assemblea nazionale ha infatti votato nei giorni scorsi, in prima lettura, la legge che impone alle compagnie aeree di abolire i voli che collegano due città tra le quali c’è un’alternativa via treno inferiore alle 2 ore e 30 minuti. Si aspetta ora l’approvazione del Senato.

Una misura emblematica della Loi climat, la legge sul clima, che mira soprattutto a eliminare i collegamenti tra Parigi (Orly) e Nantes, Lione o Bordeaux, ma prevede eccezioni per i viaggi di collegamento. Vale a dire che potranno continuare a esserci i voli interni di collegamento che partono dall’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, dove altri voli abbiano fatto scalo.

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Abbiamo scelto 2 ore e mezza perché 4 ore rischiano di isolare i territori senza sbocco sul mare, tra cui il Massiccio Centrale (una vasta zona montuosa e collinare nel sud della Francia)”, dice il ministro dei Trasporti, Jean-Baptiste Djebbari. Ma questa proposti lascia comunque molti scontenti.

Dopo i danni provocati dalla pandemia, infatti, il progetto di legge è stato duramente contestato dai lavoratori del settore e da molti politici, sia di destra che di sinistra, che sostengono come il piano avrebbe un “costo umano sproporzionato”, aumentando la disoccupazione in un comparto già in crisi. Altri invece, come i Verdi e gli ambientalisti, hanno piuttosto criticato il Governo di non aver fatto abbastanza e di aver scelto la via più breve, convinti che che eliminare soltanto i voli che abbiano come alternative i viaggi in treno inferiori a 2 ore e mezza servirà a ben poco in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Un buco nell’acqua, insomma. Secondo certi a quel punto non varrebbe nemmeno la pena abolire dei voli. Ne è convinta l’associazione dei consumatori francesi Que Choisir, che svolge un’interessante analisi. 

Ecco perché la proposta è insufficiente

La Convenzione sul clima dei cittadini aveva proposto di vietare i voli interni se esiste un’alternativa con un treno diretto di meno di 4 ore. L’analisi di UFC-Que Choisir evidenzia non solo il reale impatto sulla riduzione delle emissioni di CO2 di questa misura, ma anche l’assenza di significativi effetti negativi sui tempi di trasporto e sui prezzi. In media, l’aereo emette 77 volte più CO2 per passeggero rispetto al treno su queste linee, anche se il treno è più economico (-4 €) e la perdita di tempo è limitata a 40 minuti.

Ma il progetto di legge sul clima appena passato in Assemblea nazionale ha abbassato la soglia alle 2 ore e mezza del treno. Lo studio di Que Choisir mostra che la scelta del Governo è tesa a svuotare la misura della sua sostanza

Resterebbero di fatto interessate dal provvedimento solo 5 linee, che rappresentano il 12% dei passeggeri che effettuano un volo metropolitano interno, contro le 18 linee alla soglia delle 4 ore (30% dei passeggeri). A numeri: alla soglia delle 2:30 l’effetto sulle emissioni di CO2 è 3 volte inferiore rispetto alla soglia delle 4 ore.

voli aerei francia

©Que choisir

Inoltre, la legge consentirebbe di escludere dal provvedimento tutti i voli da o verso l’hub di Parigi Roissy-Charles de Gaulle (ovvero il 67% dei passeggeri interessati), o anche tutte le linee che hanno più del 50% dei passeggeri in coincidenza, ovvero l’80% del totale potenziale (verrebbe quindi eliminato solo il collegamento Orly – Bordeaux).

La conseguenza sarebbe chiara: indebolita in questo modo, la legge permetterebbe di ridurre le emissioni del trasporto aereo interno metropolitano solo del 7%, ovvero quattro volte meno che senza l’esenzione dei collegamenti. Esiste, tuttavia, un passaggio ambizioso e realistico: applicare il principio di esenzione non alle linee, ma ai viaggiatori, che potrebbero imbarcarsi solo se sono in scalo. Ciò porterebbe le compagnie a ridurre proporzionalmente il loro numero di voli e a preservare il campo di applicazione della misura senza sacrificare l’accesso ai voli a lungo raggio da tutto il paese.

Il nodo delle tariffe

Altra questione posta sul tavolo dalla associazione dei consumatori è quella delle tariffe: se dovesse passare la legge, in assenza di un’alternativa aerea si rischierebbe di cadere di fatto in un monopolio dei collegamenti ad alta velocità. I consumatori, cioè, si potrebbero trovare di fronte a rincaro dei prezzi inammissibile.

Non possono accettare che la compagnia dei treni tragga vantaggio da questa riforma per aumentare opportunisticamente i suoi prezzi, o consentire un deterioramento della qualità del servizio (sia in termini di comfort che di puntualità). Per questo è fondamentale, oltre a un’ambiziosa e rilevante politica di investimento nella rete ferroviaria, che l’Autorità di Regolazione dei Trasporti proponga, prima dell’entrata in vigore del provvedimento, un quadro che consenta l’emergere di una vera concorrenza ferroviaria ad alta velocità“, si legge.

Fonti: Assemblée nationale / Le Monde/ Que choisir

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