La leggenda del campanile di Curon che emerge dalle acque del lago di Resia

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In Val Venosta, nel lago di Resia, davanti alla maestose montagne della Vallelunga c’è un campanile che emerge dall’acqua rendendo il luogo fiabesco e affascinante.

La storia legata a questa immagine da cartolina, purtroppo, è meno idialliaca. Il lago di Resia è il più grande dell’Alto Adige nel comune di Curon e il campanile sommerso rimanda a un triste ricordo.

Qui un tempo, infatti, si trovavano tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. Nel 1950, essi vennero unificati con la costruzione di una diga. L’opera provocò la completa sommersione dell’antico centro abitato di Curon, che venne trasferito altrove.

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Lo sbarramento costò circa 25 miliardi delle vecchie lire e fu al centro dell’ira degli abitanti, che si rivolsero addirittura al Papa per evitarne la costruzione. I tentativi furono vani e l’acqua invase case e terreni coltivati. Tra le bellezze che andarono perse c’era anche una chiesa del Trecento, di cui oggi si può ammirare il campanile che emerge dal lago di Resia.

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Solo d’inverno, quando il lago diventa ghiacciato, il campanile può essere raggiunto a piedi ma purtroppo, numerose infiltrazioni d’acqua minacciano la sua integrità. Oggi il campanile di Curon è uno dei punti più suggestivi di tutta l’area. La leggenda vuole che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le sue campane suonare.

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lago di resia e campanile sommerso 1
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Curon inoltre è la protagonista della serie tv italiana originale Netflix di genere horror/mistery, uscita qualche giorno fa, che vede protagonista una donna, che dopo 17 anni torna al paese d’origine insieme ai suoi figli. Quando scompare, i ragazzi dovranno affrontare inquietanti segreti del luogo e della loro famiglia.

Da GreenMe

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