La Puglia di Conte tradirà il Governo? Sfida all’ultima scheda

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giuseppe conte

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

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ROMA – Tutti gli occhi sul voto in Puglia. Vero che si tratta di exit poll, ma i due candidati, Michele Emiliano del centrosinistra, Raffaele Fitto del centrodestra, sono dati alla pari: forchetta dal 39 al 43 per cento. Significa che sarà sfida all’ultima scheda. Per un dato più preciso bisognerà attendere le proiezioni sui voti reali a partire dalle 17.30-18. L’altra battaglia, quella sul referendum per tagliare i parlamentari da mille a 600, è stata vinta dal Sì (al taglio) con oltre il 67 per cento, circa il 33% i contrari. Il risultato del referendum in prima battuta allunga la vita del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Perché a questo punto bisognerà mettere mano alla nuova legge elettorale (e passeranno mesi), disegnare i nuovi collegi (e passerà altro tempo), ridisegnare i regolamenti del Parlamento per la nuova rappresentanza nelle commissioni e via così. Tenendo conto che poi ci sarà il semestre bianco, in vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, quando non si possono sciogliere le Camere per andare a votare.

Ora tutta la battaglia si sposta sul risultato politico delle elezioni regionali, soprattutto in Toscana e Puglia. Veneto e Liguria restano al centrodestra che conquista anche le Marche. In Toscana, dopo la grande paura, la candidata della Lega di Salvini è indietro di 3-4 punti rispetto a Eugenio Giani del centrosinistra, mentre la Campania ha già scelto di nuovo Vincenzo De Luca del Pd. La Puglia, dove è nato Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, svolgerà un ruolo centrale per gli scenari che investiranno la politica nazionale. Nel caso di vittoria di Raffaele Fitto, candidato del centrodestra scelto da Fratelli d’Italia, a quel punto risulterà chiara e netta la vittoria di Giorgia Meloni, che porterebbe a casa Marche e Puglia. Per Salvini, dopo la batosta in Emilia-Romagna, se dovesse perdere anche in Toscana ci sarebbero seri problemi all’interno del suo partito, dove potrebbe crescere la voglia di cambiare leader puntando su Luca Zaia o Giancarlo Giorgetti. Se la Puglia, invece, resterà nelle mani di Emiliano a quel punto ci sarebbe un sostanziale ‘pareggio’ e la partita investirà direttamente la maggioranza di governo. Il Pd, ad esempio, a quel punto prima forza dell’alleanza potrebbe spingere con forza per aprire una nuova fase politica, riorganizzando l’esecutivo con nuovi ingressi. Nel M5S, visti i pochi voti presi sul territorio, si potrebbe aprire un vero dibattito sul futuro e sulle alleanze da costruire in vista delle prossime politiche.

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