La violenta tromba d’aria che ha colpito Pantelleria è uno dei tanti “effetti collaterali” della crisi climatica (a cui dovremo abituarci)

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Pantelleria è sotto shock, dopo la spaventosa tromba d’aria che ieri sera si è abbattuta sull’isola, causando la morte di due persone e nove feriti gravi. A perdere la vita Giovanni Errera, un pompiere 47enne, e di Francesco Valenza, un pensionato di 86 anni. Entrambi sbalzati fuori dall’abitacolo delle loro auto dalla furia della tromba d’aria, mentre viaggiavano sulla strada costiera di contrada Campobello. Ciò che è avvenuto a Pantelleria è una vera catastrofe, l’ennesimo sintomo inequivocabile della crisi climatica, da cui nessuno è ormai al sicuro.

Oggi il sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo ha proclamato il lutto cittadino nel comune del Trapanese, mentre si contano i danni e proseguono le ricerche di eventuali dispersi.

Nell’area colpita, nonostante il maltempo e il forte vento, è giunta una squadra di vigili del fuoco del gruppo Urban search and rescue (Usar), specializzati nel soccorso in caso di eventi sismici e altre catastrofi naturali e nell’estrazione di persone dalle macerie. 

Le foto che sono state pubblicate su social e giornali mostrano scene apocalittiche: case ormai senza tetto, auto distrutte e spazzate via, macerie, alberi abbattuti. Una vettura è stata addirittura trovata all’interno di un’abitazione in contrada Campobello, la zona maggiormente colpita dalla tromba d’aria. 

E i residenti di Pantelleria, ancora fortemente scossi dall’accaduto, raccontano che non si era mai vista una cosa del genere.

Un segnale inequivocabile della crisi climatica (che è un serio problema anche per l’Italia)

Ma la triste verità è che ormai queste catastrofi, sintomi (uno dei tanti) della crisi climatica, saranno sempre più frequenti sulla nostra penisola e nel resto d’Europa, come dimostrano le violente piogge torrenziali e le conseguenti inondazioni che a luglio hanno provocato centinaia di morti e dispersi in Belgio e Germania e Lussemburgo; o ancora il disastro avvenuto ad agosto in Corea del Nord, che ha sommerso intere città e provocato oltre 5mila sfollati.

Senza andare troppo lontano qualche settimana fa anche anche Ancona e Termoli sono state colpite da violente trombe d’aria, che hanno spazzato via ombrelloni e lettini, danneggiando anche alcuni stabilimenti balneari. 

L’amara verità, ormai sotto gli occhi di tutti (ma che molti si ostinano a ignorare), è che ormai nessuno è ormai al sicuro dalla crisi climatica, Italia compresa. E a dirlo non sono affatto i complottisti o soltanto gli ambientalisti convinti, ma gli scienziati. L’allarme per l’Europa è arrivato anche da un recente studio condotto dall’Università di Newcastle insieme allo UK Met Office Hadley Centre, da cui è emerso che nel prossimo futuro le tempeste (come quelle che hanno colpito Germania e Belgio) devastanti saranno fenomeni sempre più frequenti, a cui ci dovremo abituare. Addirittura queste tempeste arriveranno ad essere fino a 14 volte più ricorrenti entro la fine di questo secolo, con conseguenze terribili per l’uomo. 

Eppure, mentre abitazioni vengono distrutte e la gente muore tragicamente, c’è ancora chi continua a dire che la crisi climatica non esiste…

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Fonti: Protezione Civile Sicilia/Facebook

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