L’acqua è stata quotata in Borsa, non possiamo accettarlo

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Fino a poco tempo fa l’acqua era considerata da tutti un bene comune e universale, ma l’anno scorso – nel silenzio generale – è accaduto un fatto allarmante: l’acqua, il bene più prezioso da cui dipende la vita di tutti gli abitanti delle Terra, è stata quotata nella Borsa di Chicago, su iniziativa del più potente fondo d’investimento speculativo mondiale, il Black Rock. Ed è così che l’acqua si è trasformata improvvisamente in una merce come un’altra e gli interessi finanziari hanno prevalso, suscitando accese polemiche in tutto il mondo. 

A partire da quel momento cruciale numerose associazioni e organizzazioni di vari Paesi sono scese in campo per preservare il futuro dell’acqua e si sono moltiplicate le petizioni per tutelare questo bene essenziale per la vita. A guidare questa importante battaglia civile l’associazione internazionale “Agorà degli Abitanti della Terra”, con sede in Belgio, che ha lanciato la campagna “Liberiamo l’acqua dalla Borsa” in diversi Paesi tra cui Italia, Argentina, Belgio, Brasile, Cile e Francia.

Il 7 dicembre scorso è toccato alla compagnia privata che gestisce la Borsa di Chicago di dare l’avvisaglia aprendo all’acqua in California, per la prima volta, un prodotto finanziario speculativo, un “futures”.– spiega Riccardo Petrella, attivista dell’Agorà degli Abitanti della Terra – Essendo l’acqua buona per usi umani considerata oramai un elemento naturale vitale sempre più scarso, la finanza è intervenuta allo scopo, hanno detto, di “governare “ la penuria idrica assicurando alle imprese grandi utilizzatrici d’acqua (imprese agricole, viticultori, bevande dolci/gassate….) la disponibilità d’acqua grazie alla selezione degli usi operata dal prezzo dell’acqua stabilito dalla speculazione (com’è il caso del petrolio, dell’oro, del grano….).

Leggi anche: Acqua, altro che bene comune: ancora una volta si prova a privatizzarla sotto al nostro naso

I cittadini pronti a protestare in diverse piazze del mondo 

A distanza di un anno della quotazione dell’acqua in Borsa i cittadini scenderanno nelle piazze di vari Paesi del mondo per esprimere il loro dissenso e chiedere a gran voce che l’acqua resti un bene comune e universale. L’appuntamento è per il 7 e il 9 dicembre prossimi in varie città: Parigi, Montréal, Bruxelles, Roma, Milano e Milano.

A Bruxelles, a Place de Luxembourg, davanti alla sede del Parlamento Europeo, verrà piazzata la statua della Spoliazione, simbolo della campagna internazionale. E dal palco che sarà allestito in piazza interverranno diversi deputati del gruppo The Left e del gruppo dei Verdi. 

Per quanto riguarda il nostro Paese, la rete di associazioni a favore dell’acqua pubblica ha organizzato un sit-in che si svolgerà il 9 dicembre alle ore 11.00 a Piazza Montecitorio a Roma. Durante la manifestazione gli attivisti consegneranno ai presidenti della Camera e del Senato, un documento (sottoscritto da molte realtà sociali) di denuncia dell’inaccettabile silenzio e della mancata difesa del bene comune più prezioso che abbiamo.

Nella stessa giornata, dalle ore 10.30, si terrà un’altra manifestazione a Milano, in Piazza Affari, che che verrà riempita con secchi d’acqua per informare i cittadini e denunciare l’operato del mondo economico e finanziario contrario ai diritti dei cittadini e della natura.

Le richieste degli attivisti alle istituzioni italiane

La quotazione dell’acqua in Borsa rappresenta un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadini italiani che nel 2011 si sono espressi nel referendum sull’acqua pubblica.

“Per questo esigiamo dai poteri pubblici italiani decisioni prioritarie” sottolineano le diverse associazioni italiane, tra cui Acqua Bene Comune Comitato milanese, Movimento Blu, Mamme No Pfas, che stanno promuovendo la battaglia per la liberazione dell’acqua dalla Borsa. Queste sono le richieste avanzate al Governo italiano:

  1. introduzione del divieto delle transazioni finanziarie sull’acqua
  2. divieto alle società di gestione dei servizi idrici di essere quotate in Borsa
  3. che si rigetti la monetizzazione della natura e venga riconosciuto il diritto dei fiumi, mari, laghi, ghiacciai e loro ecosistemi, di esistere in quanto tali, come beni universali della vita. Il valore della vita non è il prezzo
  4. che venga formalmente stralciato l’art. 6 dal Ddl Concorrenza che mette in discussione alla base la funzione pubblica e sociale dei Comuni, costringendoli di fatto al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento
  5. che si sleghi l’agroalimentare dalla logica del profitto, incentivando le produzioni vegetali e locali che abbisognano di meno acqua rispetto a quelle zootecniche e favorendo così un utilizzo razionale e responsabile delle risorse idriche a fini alimentari.

CLICCA QUI per firmare la petizione e tutelare il futuro dell’acqua.

Fonti: Change.Org/Agorà degli Abitanti della Terra

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