Le bianche falesie che hanno ispirato gli artisti del mondo
Victor Hugo l’ha definita “La più bella architettura che ci sia” e in effetti la scogliera di Étretat è meravigliosa. Rappresentato proprio da lui nel suo Carnet de Voyage del 1835, quel luogo che sembra sospeso nel tempo e nello spazio ha ispirato, per secoli, artisti provenienti da ogni dove alla stregua di una musa.
Per ammirare la scogliera in tutta la sua bellezza dobbiamo recarci in Normandia, nella Senna Marittima, in quel comune francese che si affaccia sul Canale della Manica. Étretat, col tempo, è diventata un vero e proprio punto di riferimento di viaggiatori, scrittori, artisti e fotografi, nonché meta più popolare della Costa d’Alabastro. È qui che si trovano le scogliere meravigliose che dal mare si innalzano verso il cielo, le cui forme sono così suggestive da ispirare storie, misteri e leggende, capolavori d’arte.
Étretat, le spettacolari scogliere della Normandia
La Manneporte, la Courtine o l’Aiguille, le falesie della Costa d’Alabastro sono tutte meravigliose, alcune meno popolari, altre protagoniste assolute di quadri moderni e fotografie contemporanee, ma magiche in maniera unica. Insieme formano una delle più belle architetture naturale del mondo intero.
La loro forma singolare è un invito a lasciarsi suggestionare. Si possono contemplare da una barca in mare, o dalla spiaggia, lasciandosi catturare da quello spettacolo maestoso. Oppure si può sfidare la forza di gravità e salire in cima attraversando sentieri verticali che portano sulle falesie, e da lì ammirare il mare e le spiagge, uno spettacolo unico al mondo.
Una bellezza selvaggia e autentica preservata ieri e oggi, dalla quale neanche Maurice Leblanc era rimasto immune, proprio lui che qui che ha creato il suo Arsène Lupin, il ladro gentiluomo al quale sono stati dedicati film e cartoni che hanno appassionato intere generazioni.
Non è stato l’unico, s’intende, perché qui scrittori, pittori e illustratori si sono recati per immortalare il panorama e la magica atmosfera a suon di pennellate. Il primo, di cui si hanno testimonianze, è stato proprio Victor Hugo, seguito poi da Delacroix e infine Monet che di questo posto si era innamorato.
Étretat: le falesie nei quadri dei pittori
Descrivere l’incanto delle falesie a parole è un’impresa ardua, per questo gli artisti hanno utilizzato i pennelli e i colori per raccontare ciò che le parole da sole non potevano spiegare. Quell’abbagliante biancore delle falesie della Costa d’Alabastro hanno rapito lo sguardo di Eugène Delacroix che attraverso delle rappresentazioni in acquerello ha provato a far conoscere la bellezza di un luogo che in lui creava una miriade di suggestioni. Le rovine di un’antica città, a queste lui le paragonava.
Mentre Gustave Courbet, con il suo realismo, ha immortalato prima l’arco naturale della Porte d’Aval, in un paesaggio romantico ed eterno, e poi il lato d’Amont, con quel piccolo arco di chiusura ripreso dopo il temporale.
Diverse, invece, le raffigurazioni di Étretat firmate da Claude Monet. Le sue pennellate hanno raccontato la porta d’Amont, quella d’Aval e poi la Manneportle in diversi momenti della giornata e delle stagioni. Lui le ha percorse in lungo e in largo e così le ha raccontate, attraverso i cambiamenti della luce e i movimenti del mare regalandoci degli scorci sorprendenti e unici.