Le migliori chicche di Danilo Toninelli
Il nuovo governo Conte, nato dall’alleanza parlamentare tra M5s e Partito democratico è freschissimo di giuramento – avvenuto, come da protocollo, alla presenza del presidente della Repubblica questa mattina al Quirinale. Un’occasione in cui palese e – oseremmo dire – dolorosa, dopo l’annuncio della lista dei ministri anticipata ieri dal presidente Conte, si è concretizzata l’assenza di un fuoriclasse della precedente compagine governativa: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli.
Quattordici mesi fa nessuno avrebbe immaginato che la figura scelta per riempire la casella del ministero delle Infrastrutture sarebbe stato tra i più grandi protagonisti d’inizio legislatura. A ciò ha certo contribuito il suoi coinvolgimento nella querelle politico-istituzionale seguita al crollo del ponte Morandi prima, e nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo poi, in una triangolazione politica di responsabilità (Trasporti-Interni-Difesa) che molti brividi ha procurato al paese. Ormai potremmo dire senza timori di smentite che Danilo Toninelli sta alle gaffe come Nadia Comaneci alle parallele, per cui abbiamo deciso di elencare qui un suo best of, per prendere commiato da una figura che, nel bene e nel male, ci ha tenuto tanta compagnia negli ultimi 14 mesi.
Il tunnel del Brennero
Con il tunnel tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso, esercizio di fantasia eccezionale dell’allora (2011) ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, pensavamo di aver raggiunto l’apice fanta-ingegneristico all’italiana, ma a stupirci è arrivato proprio il bel Toninelli, a margine di un incontro con la commissaria Ue Violeta Bulc il 9 ottobre 2018, pronunciando queste parole: “Sapete quante delle merci italiane, quanti degli imprenditori italiani utilizzano con il trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero”.
Non solo attualmente non esiste alcun tunnel del Brennero, ma quando verrà completato rappresenterà unicamente un tunnel ferroviario.
Il plastico del ponte Morandi
Ospite di Porta a Porta su Rai Uno, il ministro viene ripreso mentre sorride a fianco del plastico che riproduce il ponte all’epoca recentemente crollato a Genova. L’indignazione sui social network (e non solo) si scatena davanti alla disforia tra l’espressione felice – indubbiamente fuori luogo – e il modellino in legno e colla di un ponte sotto cui sono morte 43 persone. Se notate, in questa foto non c’è una singola cosa che non faccia gridare allo scandalo.
Un altro sorriso
Nell’occhio del ciclone, però, Toninelli era finito parecchio tempo prima, sempre per colpa di un sorriso a favore di selfie pubblicato dalla spiaggia appena 6 giorni dopo il crollo: look e ghigno da ministro che non deve chiedere mai, ma il paese non ha apprezzato. C’è stato di peggio, però.
La revoca al barbiere
Sì, perché in pieno dibattito sulla revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia, la società che ha in gestione le tratte autostradali del Bel paese – a seguito della tragedia di Genova, il ministro pensò bene di pubblicare un post su Instagram in compagnia del suo parrucchiere e dei figli, con una boutade che recitava: “Ho revocato la revoca della concessione al mio barbiere”. Dalla tragedia genovese era passato un mese: a poco è servita la cancellazione della foto dopo pochi minuti.
I picnic sul ponte
“L’obiettivo non è solo quello di rifare bene e velocemente il ponte Morandi, ma di renderlo un luogo vivibile, un luogo di incontro in cui le persone si ritrovano, in cui le persone possono vivere, possono giocare, possono mangiare…”. Queste le parole del ministro al Salone Nautico di Genova il 14 settembre 2018. Peccato parlasse di un un viadotto autostradale sospeso a 45 metri da terra: perché andarci a giocare, o addirittura a “vivere”? Boh.
La fake news su Autostrade
“È incredibile leggere di Autostrade che chiede ai suoi dipendenti di devolvere parte dello stipendio per risarcire le vittime di Genova. Scaricare i costi del disastro sui lavoratori è ignobile”. È il testo di un famigerato sfogo del ministro via Twitter, commentando due articoli che riportavano una ricostruzione per così dire fallace (per dirla meglio: una balla).
La sottile differenza tra incrociatore e rimorchiatore
“Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa”. Si trattava però di un rimorchiatore, quella volta: non di un incrociatore. Il genere di sottigliezze tra cui ci si aspetta che un ministro dei Trasporti si sappia districare.
Il suv
Il 17 marzo 2019 va forse in onda il suo capolavoro: durante una puntata di Tg2 Motori, nell’abitacolo con la conduttrice Maria Leitner il ministro declama “Avanti con l’elettrico” per propagandare in prima persona l’azione del suo ministero. Peccato che, a precisa domanda di Leitner, lui debba ammettere di avere appena acquistato una Jeep Compass diesel, uno dei modelli per i quali il governo aveva appena introdotto l’ecotassa contro i mezzi più responsabili per l’inquinamento atmosferico.
Insomma, che dire? Danilo, you will be missed, ne siamo certi.
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