Leggenda dei Fratelli Pii: l’amore dei figli riuscì a placare la furia dell’Etna
Catania da scoprire: la leggenda dei Fratelli Pii.
- Anfinomo e Anapia sono due fratelli, protagonisti di un mito della mitologia greca.
- Vivevano a Catania, ai piedi dell’Etna.
- La loro vicenda fu nota dall’antichità come esempio di pietas, cioè la devozione filiale.
La ricerca delle più belle leggende siciliane ci porta oggi ai piedi dell’Etna, per raccontare la storia di Anfinomo e Anapia. La loro storia ha sempre affascinato tantissimo gli abitanti della Sicilia. Lo stesso Virgilio ne trasse ispirazione per due personaggi dell’Eneide. La leggenda dei fratelli Pii celebra un profondo sentimento di pietas che, ancora oggi, li rende un esempio più che positivo. Si narra che, ai piedi dell’Etna, vivesse una famiglia di agricoltori. I due figli maschi, forti e vigorosi, curavano la terra e si guadagnavano da vivere. Un giorno, mentre lavoravano nei campi, furono colti da una improvvisa eruzione, che minacciava di giungere fino al luogo in cui vivevano con i loro anziani genitori. Anfinomo e Anapia (in latino Pii fratres, cioè “fratelli pii” o fratres Catanenses, “fratelli catanesi”) decisero di fuggire.
I genitori, però, non erano in forma quanto loro e non potevano tenerne il passo veloce. Impietositi, guidati dalla devozione filiale, i due giovani presero sulle spalle gli anziani. Rallentarono il passo e la lava stava per raggiungerli. Fu a quel punto che, però, avvenne qualcosa di miracoloso.
Un’avvenimento “miracoloso”
Nonostante la lava avesse raggiunto Catania, sommergendo il centro storico e parte dell’Amenano, giunta a un passo dai fratelli Pii, si aprì in due lingue di fuoco. I giovani e i loro genitori rimasero incolumi. La popolazione catanese fu talmente colpita da soprannominarli “fratelli Pii”. Il luogo che avevano attraversato, sfuggendo alla furia distruttiva dell’Etna, venne chiamato “Campi Pii”. Gli stessi abitanti di Katane, insediamento dei Sicani, avrebbero anche rappresentato la vicenda sulle monete che usavano per gli scambi commerciali. Pare, inoltre, che le gesta dei due fratelli ispirarono Virgilio per la creazione dell’animo pietoso di Enea: egli, infatti, fuggendo dalla città di Troia in fiamme, carico sulle spalle l’anziano padre.
Foto: Domenico Notarnicola
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