L’Emilia-Romagna non balla più, discoteche ultime a riaprire
- Mirko Billi
- 21/04/2020
- Emilia Romagna
- m.billi@agenziadire.com
L’assessore regionale al Turismo e al commercio, Andrea Corsini avverte i sindaci: "I Comuni evitino annunci prematuri, si deve essere prudenti" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
BOLOGNA – “I Comuni evitino annunci prematuri, si deve essere prudenti”. Tira il freno l’assessore regionale al Turismo e al Commercio, Andrea Corsini, che oggi in commissione ha invitato i sindaci dell’Emilia-Romagna a non dare vita a fughe in avanti sulla riapertura delle attività, ‘congelate’ dal lockdown.
Oltre a dare conferme sul rinvio al 2021 di tutti gli eventi di Parma capitale della cultura, Corsini ha poi prospettato la prossima riapertura dei mercati agricoli, a patto che siano allestite recinzioni che garantiscano la sicurezza.
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“Le sale da ballo, invece, sono attività a rischio molto alto- ha sottolineato Corsini- e, purtroppo, saranno le ultime a riaprire e avranno bisogno di misure di sostegno importanti”. Nel confronto coi consiglieri, Corsini ha ribadito l’importanza degli attesi buoni vacanza (a cui “si dovranno abbinare ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali e crediti d’imposta per il recupero dei fatturati da estendere anche ai primi mesi di riapertura”) e spiegato che sono previsti tre tavoli regionali (dedicati rispettivamente a strutture balneari, ricettive e bar-ristoranti-negozi) per lavorare ad un quadro omogeneo di regole e protocolli per attuare distanziamento e misure di sicurezza.
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Salgono poi a tre i milioni di euro che saranno a disposizione delle imprese ricettive (alberghi e campeggi, ma anche bar, ristoranti e terme) affinché possano igienizzare e mettere in sicurezza i propri locali.
“Tre milioni per la messa in sicurezza dei locali? Servono tempistiche celeri per mettere effettivamente in campo queste risorse”, ha rimarcato Massimiliano Pompignoli (Lega), che ha chiesto anche più chiarezza su quali saranno le attività commerciali che potranno ripartire e con quali precise modalità. “La fase 2 alle porte, ma ancora regna l’incertezza”. Per Michele Barcaiuolo (Fdi) turismo e commercio saranno i settori più “martoriati” dalla crisi: “Sarà una ripresa ‘zoppa’, con più costi e meno ricavi, perché caleranno inevitabilmente i clienti e cresceranno le spese per garantire la messa in sicurezza”.
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Per l’ex assessore Palma Costi (Pd) il tema fondamentale è “il come riaprire, con quali regole e quali tempi”. La priorità, secondo la consigliera dem, è far ripartire in completa sicurezza le filiere produttive: “Per questo non si può sgarrare sui controlli e si deve evitare in ogni modo la comparsa di nuovi focolai e tutelare la salute di tutti i lavoratori. Così come serve attenzione per il settore della ristorazione e del commercio, in particolar modo nelle zone montane”.
Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha portato l’attenzione sulle grandi difficoltà che vivono i negozi, soprattutto quelli dei piccoli centri montani: “Erano in crisi già prima dell’emergenza, tanto che avevamo previsto sgravi sull’Irap nelle zone montane. Ora bisogna mettersi al tavolo, anche con le multiutility regionali, per contenere i costi a carico di queste attività, dalle bollette agli affitti ai mutui”.
Corsini ha assicurato in risposta che verranno sostenute tutte le imprese del turismo “senza confini geografici, sia nelle zone di mare che di montagna”, anche per quanto riguarda il bonus vacanze. In tema di liquidità a fondo perduto, Corsini ha dovuto essere realista: “Sarà impossibile rispondere alle aspettative di tutti. Anche per questo bisogna pensare ad allungare la rateizzazione delle spese e servono tempi più lunghi anche per la cassa integrazione e per il credito di imposta. Pochi mesi non bastano”.
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