L’epidemia accelera, Iss: “Terapie intensive oltre soglia critica, Rt a 1,16”
ROMA – “Nella settimana tra l’1 e il 7 marzo marzo 2021 si continua a osservare una importante accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente (225,64 per 100.000 abitanti (01/03/2021-07/03-2021) vs 194,87 per 100mila abitanti (22/02/2021-28/02/2021), (dati flusso Iss)”. È quanto si legge nell’ultimo Report sull’andamento dell’epidemia redatto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute.
“Nel periodo tra il 17 febbraio e il 2 marzo 2021- si legge ancora- l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (range 1,02- 1,24), in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra uno in tutto il range. Un valore di Rt superiore a 1 indica che l’epidemia e’ in espansione, con il numero di casi in aumento”.
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TASSO TERAPIE INTENSIVE SOPRA SOGLIA CRITICA, È A 31%
“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana). Complessivamente- si legge ancora nel Report- il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.327 (02/03/2021) a 2.756 (09/03/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in aumento, passando da 19.570 (02/03/2021) a 22.393 (09/03/2021)”.
Tale tendenza a livello nazionale, sottolinea l’Iss, sottende “forti variazioni interregionali, con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”.
FORTE AUMENTO NUOVI CASI NON ASSOCIATI A CATENE TRASMISSIONE
“Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 vs 41.833 la settimana precedente). Si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8%). Aumenta, invece- prosegue il Report- la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37,8% vs 35,2% la settimana precedente). Infine, il 20,2% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,2% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico”.
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