Lidl multata dall’Antitrust: ingannava i consumatori sull’origine del grano contenuto nella sua pasta

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Sanzione da un milione di euro per la Lidl. L’Antitrust multa la nota azienda, per aver diffuso informazioni fuorvianti circa l’origine del grano duro utilizzato nella produzione della pasta di semola di grano duro di Italiamo e Combino (a marchio del discount).

“Il procedimento – scrive l’Antitrust – concerne i comportamenti posti in essere dal professionista, consistenti nella promozione e commercializzazione – nei punti vendita Lidl e mediante il sito internet www.lidl.it – delle proprie linee di pasta di semola di grano duro a marchio “Italiano” e “Combino”, mediante confezioni che rappresentano in maniera ingannevole le caratteristiche di tale pasta, enfatizzando sulla parte frontale l’italianità del prodotto, in assenza di adeguate e contestuali indicazioni sull’origine anche estera del grano duro impiegato nella produzione della pasta”.

In generale, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso in tutto cinque procedimenti istruttori riguardanti informazioni fuorvianti circa l’origine del grano duro utilizzato nella produzione di pasta di semola di grano duro, diffusi attraverso le etichette e i siti aziendali di Divella(marchio Divella), F.lli De Cecco di Filippo – Fara San Martino (marchio De Cecco), Lidl Italia(marchi Italiamo e Combino), Margherita Distribuzione (ex Auchan Spa, marchio Passioni), e Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco . (marchio Cav Giuseppe Cocco).

Ma alla fine, il provvedimento di pratica commerciale scorretta è stato adottato solo nei confronti della Lidl che non ha presentato impegni nel corso della procedura istruttoria. Gli altri marchi hanno invece rispetto gli impegni stabili dall’Autorità. Secondo quest’ultima, quindi, la Lidl avrebbe ingannato i consumatori sulle caratteristiche della pasta a marchio “Italiamo” e “Combino”, inducendoli in errore sull’origine italiana della materia prima.

“Lidl ha utilizzato negli ultimi 30 mesi semola ottenuta da miscele di grani duri provenienti sia dai paesi Ue che non Ue, in cui quello italiano rappresentava in media una quota del 40%”, scrive l’Autorità. E ciò vale sia per Italiamo che per Combino. Quindi, quelle diciture “Specialità italiana” e “Prodotto in Italia”, sulle confezioni risultano ingannevoli.

In ragione dell’importanza attribuita dai consumatori all’informazione sull’origine della materia prima e della diffusione dei punti vendita della catena, l’Autorità ha quindi irrogato una sanzione di 1 milione di euro. Infine, ha accolto e reso obbligatori gli impegni presentati da Auchan, Cocco, De Cecco e Divella. Nel dettaglio, gli impegni consistono in modifiche delle etichette e dei rispettivi siti così da garantire al consumatore una informazione completa, fin dal primo contatto, sull’origine (talvolta estera) del grano utilizzato nella produzione della pasta ed evitare pubblicità ingannevoli.

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