L’installazione artistica che sembra un’istantanea della pandemia
1995. Un centinaio di figure umane appaiono sulla spiaggia, verso il mare, ricoprendo un’area di quasi due chilometri. Da lontano si ha come l’impressione che l’acqua sia popolata di uomini, così vicini tra loro, così isolati. La distanza tra loro, in effetti, varia dai 50 ai 250 metri.
2021. Su quella stessa spiaggia ci sono ancora le stesse figure umane che mantengono quella distanza, perfetta per rispettare l’isolamento sociale imposto dalla pandemia in questo momento storico. Certo a quei tempi, il genio e visionario Antony Gormley non poteva sapere che, proprio quest’anno, la sua opera sarebbe stata più attuale che mai.
Ci troviamo a Crosby Beach, nel Regno Unito, è qui che cento sculture dalle dimensioni e forme umane occupano la riva, verso il mare, con lo sguardo volto all’orizzonte. Le statue al largo vengono totalmente sommerse, o quasi, dall’acqua, mentre quelle sul bagnasciuga sono invece sotterrate dalla sabbia.
Another Place di di Antony Gormley
Immobili, ferme, come in attesa di qualcosa, quelle cento figure umane restano lì, mentre l’acqua diventa l’elemento dinamico dell’intera installazione. È lei a decidere, in base alla marea, al vento e alle onde, quali “uomini” entreranno in contatto con l’acqua, fondendosi con questo elemento, e quali no.
Another Place, letteralmente tradotta come Un altro posto, è l’installazione di Antony Gormley che ha cambiato per sempre i lineamenti della spiaggia di Crosby, vicino Liverpool.
Si tratta di un’opera unica e significativa che completa la ricerca dell’artista di esplorare il legame tra l’uomo e la natura e che vede protagoniste statue di un’altezza di 189 centimetri e di un peso di circa 650 kilogrammi.
Con queste 100 figure umane realizzate in ghisa, che ricordano dei moai contemporanei, Antony lo fa. Le distanze tra gli esseri umani, il paesaggio e la natura fino ad arrivare alla comparazione dell’uomo e dell’universo.
Another Place, 2021
Una poesia, la sua, estremamente contemporanea che ritorna oggi a essere così attuale, quasi prepotentemente, con quelle distanze fisiche concepite dall’artista.
L’uomo si ritrova immerso nella natura mentre è fisicamente lontano dagli altri, mentre mette in atto la sua resilienza. A guardarla oggi, Another Place, sembra una fotografia che ritrae l’essenza della pandemia, complici le mascherine recentemente poste sul viso delle statue.
Another Place, l’installazione di Antony Gormley
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