Lo studio della fondazione Gimbe: “Più tamponi, meno morti. Ma le Regioni fanno ostruzione”

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Lo rivela un'indagine della Fondazione Gimbe su dati della Protezione civile relativa all'intervallo 21 aprile-6 maggio Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

MILANO – Dall’inizio dell’epidemia sono stati effettuati in Italia 2.310.929 tamponi di cui il 67,1% “diagnostici” e il 32,9% “di controllo”. E solo il Veneto, con un intervallo compreso tra 130 e 250 tamponi ogni 100.000 abitanti- l’indice superiore da 250 in su sarebbe la soglia raccomandata– si colloca in classe 2 nella graduatoria (con Trento, Bolzano, Val D’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia), a differenza delle altre due regioni piu’ colpite dal coronavirus: l’Emilia-Romagna in classe 3 (100-129 tamponi) con Piemonte, Umbria e Liguria; e la Lombardia– con 80mila contagiati ufficiali e oltre 14mila morti- in classe 4 (60-99 tamponi con Marche, Basilicata, Toscana, Molise, Abruzzo, Lazio.

Lo rivela un’indagine della Fondazione Gimbe su dati della Protezione civile relativa all’intervallo 21 aprile-6 maggio. La media nazionale di 88 tamponi per 100.000 abitanti/die colloca l’Italia nella classe di propensione 4 con notevoli differenze regionali.

Le Regioni sono state suddivise secondo le 5 classi di propensione all’esecuzione dei tamponi di una recente analisi della Fondazione Hume, in relazione al numero di tamponi per 100.000 abitanti/die che risulta inversamente correlato alla mortalita’. “Cioe’ piu’ tamponi meno morti“, sintetizza la Fondazione Gimbe citando un’espressione della Fondazione Hume.

Il presidente di Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ha le idee chiare sulla correlazione tra maggior monitoraggio della popolazione e riduzione degli accessi agli ospedali: “Rispetto alla ridotta pressione sugli ospedali, il numero dei nuovi casi e’ influenzato dal numero dei tamponi eseguiti dalle Regioni e pertanto soggetto a possibili distorsioni”.

I dati, scrive ancora la Fondazione Gimbe, “confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilita’ di reagenti. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ incoraggia l’estensione dei tamponi”.

“Il Governo, oltre a favorire le strategie di testing, deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown”. Lo dichiara il presidente di Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta alla luce dell’indagine della Fondazione sui tamponi effettuati in Italia dal 21 aprile al 6 maggio, che rivela che tutte le Regioni sono sotto la soglia dei 250 tamponi ogni 100.000 abitanti raccomandati dalle autorita’ sanitarie internazionali.

Fondazione Gimbe, conclude Cartabellotta, “da un lato richiama tutte le Regioni a implementare l’estensione mirata dei tamponi diagnostici, dall’altro chiede al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti“.

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