L’ospedale Meyer di Firenze lancia “Uffa”, un kit per il tampone fai da te

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Il kit potrebbe essere una svolta per ovviare al sovraffollamento del classico rino-faringeo

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FIRENZE – Si chiama ‘Uffa’ ed un tampone nasale fai da te per la diagnosi del covid-19, messo a punto dal laboratorio di immunologia del Meyer di Firenze. Si tratta di un test autosomministrato, senza cioè l’impiego di personale sanitario, che da lunedì prossimo verrà somministrato per lo screening periodico dei 1.500 operatori dell’ospedale pediatrico.

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Il kit, si spiega, “è semplicissimo da usare e completamente indolore”. Dal 6 al 9 novembre sul personale del Meyer sono stati effettuati 803 tamponi autosomministrati. Nello stesso periodo sono stati fatti, sia su operatori che su pazienti, 1.016 tamponi rino-faringei classici. “Nessun tampone è risultato non valido, né nel gruppo autosomministrato, né nel gruppo eseguito dagli operatori”. Con ‘Uffa’ “sono stati evidenziati dieci tamponi positivi”, con un incidenza dell’1,25%, senza falsi positivi. Con i tamponi canonici i positivi intercettati sono stati 12, con un incidenza dell’1,18%. “I primi risultati dimostrano dunque la completa sovrapponibilità delle due metodiche di somministrazione e la sostanziale equivalenza dal punto di vista diagnostico”. Da lunedì, quindi, “Uffa diventerà pratica corrente e strutturata dell’ospedale Meyer e verrà utilizzato come test di screening periodico su tutti gli operatori”, sottolinea il direttore generale del pediatrico, Alberto Zanobini.

POTREBBE ESSERE LA SOLUZIONE AL SOVRAFFOLLAMENTO

Proteggere gli operatori per noi significa proteggere i bambini. Ma gli scenari che l’autosomministrazione del tampone può aprire dal punto di vista dell’impatto sull’organizzazione sanitaria sono imprevedibili. Potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through”. Ora “riteniamo opportuno continuare lo studio includendo anche i bambini positivi ricoverati nel reparto covid del Meyer: saranno anche i genitori a fare loro il tampone per i controlli periodici durante il loro ricovero. Avere un tampone solo nasale e somministrato da babbo o mamma anziché da un operatore sarà altrettanto valido ma sicuramente molto meno invasivo per i bambini”, afferma Chiara Azzari, responsabile del laboratorio di immunologia. “Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati, considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore, sia negli operatori sia nei bambini”, conclude.

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