L’Ue sta sottovalutando i rischi di questi 6 pesticidi interferenti endocrini (e va verso la loro approvazione)
Un nuovo rapporto esclusivo mostra le gravi carenze dei fascicoli di valutazione di 6 pesticidi che interferiscono con il sistema endocrino le cui autorizzazioni stanno per scadere.
Ci sono 6 pesticidi le cui autorizzazioni sono in scadenza e i cui danni in quanto interferenti endocrini sarebbero ampiamente sottovalutati dall’Ue. La denuncia arriva da un’organizzazione francese, Générations Futures.
Un nuovo rapporto di Générations Futures mostra le gravi carenze dei fascicoli di valutazione Ue relativi ad alcuni pesticidi. Si parla in particolare di 6 fitofarmaci che agiscono come interferenti endocrini: cyprodinil, fenbuconazolo, mepanipyrim, pirimetanil, spinosad e ziram.
Le autorizzazioni di questi 6 pesticidi dannosi stanno per scadere ma, considerate appunto le mancanze nei fascicoli che sottovalutano i rischi per il nostro sistema endocrino, c’è il serio pericolo che vengano nuovamente autorizzati.
Ma partiamo dall’inizio. La Commissione europea, ricorda Générations Futures, ha adottato già da tempo criteri per l’identificazione degli interferenti endocrini tra i principi attivi biocidi e tra i principi attivi “fitosanitari”. I regolamenti sono in vigore dal 2018 e dovrebbero consentire l’esclusione dal mercato di sostanze che possono avere effetti nocivi (noti ma anche solo sospetti) nei confronti del sistema endocrino.
Proprio per verificare se questo aspetto della normativa fosse rispettato appieno, l’organizzazione francese, insieme all’associazione Alerte des Médecins sur les Pesticides (AMLP), ha condotto un’indagine di cui ora sono stati presentati i risultati in un primo rapporto davvero preoccupante.
Il lavoro si è concentrato in particolare sul problema dei disturbi della tiroide (PT). Sono state analizzate le schede di 13 sostanze attive antiparassitarie le cui concessioni sono in scadenza tra aprile e luglio 2021. L’Ue dovrà dunque decidere se rinnovarle o meno.
Nel rapporto pubblicato, che si basa sull’analisi dei Renewal Assessment Reports (RARs), Rapporto di valutazione per il rinnovo prodotto dagli Stati membri relatori per le sostanze attive dei pesticidi, si trovano i risultati relativi a 6 delle 13 sostanze le cui autorizzazioni stanno per scadere.
L’indagine ha rivelato lacune molto preoccupanti presenti in queste cartelle. Solo un fascicolo, segnala il rapporto, include un’analisi dei disturbi dello sviluppo neurologico. Si tratta di quello relativo allo ziram, di cui però sono stati considerati dati non aggiornati. Come si legge sul sito di Générations Futures:
“In un solo dossier (Ziram) – ancora basato su vecchi test – è stata effettuata la ricerca dei disturbi del neurosviluppo. Tuttavia, questo indica un totale fraintendimento della minaccia rappresentata dai perturbatori della tiroide al neurosviluppo fetale: come possiamo fare a meno degli studi sul neurosviluppo per valutare l’interruzione dell’asse tiroideo? Allo stesso modo, nessuno di questi RAR include il dosaggio ormonale durante la gestazione (obbligatorio per le madri)”.
Nel complesso, il problema evidenziato è che i RAR sono costituiti da dati vecchi (i più recenti risalgono al 2018, i più vecchi addirittura al 2009). Non corrispondono più dunque ai requisiti attuali e non è stato richiesto alcun aggiornamento.
In conclusione, le associazioni chiedono alla Francia di opporsi ad una nuova autorizzazione di queste pericolose sostanze e che, per ognuna di queste, si alleghi nel fascicolo un test sul neurosviluppo. Ma la battaglia partita dalla Francia, ovviamente, è da compiere in tutta Europa.
Fonte: Generations Futures
Leggi anche:
- Quale frutta e verdura ha più pesticidi che minacciano i tuoi ormoni? La Guida 2021
- Non solo Bisofenolo, la lista degli interferenti endocrini più pericolosi nei prodotti che non ti aspetti
- Interferenti endocrini: 5 sostanze presenti nei prodotti che riducono la fertilità maschile
- Interferenti endocrini: ecco come influiscono sulla fertilità
- Inquinamento e interferenti endocrini: in Italia 8 bambini su 10 nascono già contaminati