L’uomo che ha ucciso il famoso leone Cecil ora ha cacciato un montone selvatico protetto in Mongolia
Si era reso purtroppo famoso per aver ucciso il leone Cecil, ma Walter Palmer ha fatto altro. Nei giorni scorsi è giunta notizia che lo scorso anno, il cacciatore di trofei, un dentista americano, era andato in Mongolia a uccidere un’altra specie protetta, il montone selvatico, l’Altai argali (Ovis ammon ammon).
Secondo l’IUCN è una specie quasi minacciata ma a livello regionale è considerata in via di estinzione. Per questo, tali animali sono legalmente protetti dalle leggi mongole sulla fauna e la loro caccia è vietata. A quanto pare non lo è per Palmer che dopo aver ucciso il povero Cecil quasi quattro anni fa, restando praticamente impunito, è tornato al vecchio macabro passatempo e si è avventato sul più grande montone selvatico del mondo.
In un’immagine pubblicata sui social media solo di recente, Palmer è stato immortalato accanto all’animale morto. Il cacciatore avrebbe anche sborsato circa 90mila euro per conquistare il prezioso bottino:
“Questo ariete è una specie in via di estinzione, quindi l’idea che questi animali possano essere uccisi per piacere è ripugnante”, ha detto la dott.ssa Teresa, vice presidente della Humane Society International per la fauna selvatica.
Secondo quanto riportato dal New York Post, durante il suo viaggio in Mongolia, Palmer e il suo amico Brent Sinclair avrebbero scalato le colline della Mongolia avvicinandosi agli animali. Un anno dopo il viaggio, Sinclair ha condiviso un post su Facebook in cui diceva:
“Un’altra grande avventura è arrivata e finita, quella che sicuramente verrà inserita nello scrapbook. Sono appena tornato dalla Mongolia, ed è quasi come se fosse stato un sogno”.
Hunting sheep in Mongolia
Pubblicato da Walter J. Palmer su Domenica 12 luglio 2020
Ma i suoi compagni di caccia hanno pubblicato la foto del montone morto attenti a ritagliare il volto di Palmer nel tentativo di proteggere il dentista.
Il post su Facebook è stato probabilmente rimosso o eliminato dallo stesso autore ma ormai la foto circola sul web, causando l’indignazione generale.
A fare rabbia è il fatto che l’uomo sia tornato a uccidere animali che hanno un’unica colpa, quella di ritrovarselo sul loro cammino.
Fonti di riferimento: WWF, NYPost,
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