Mace ha i capelli acconciati in una via di mezzo tra un mullet e un mohicano giallo neon, gli orecchini vistosi, lo smalto sulle unghie, una camicia neo-hippie che gli ondeggia addosso. Parla di viaggi e di psichedelia con la competenza di uno studente appena tornato da un workshop con Timothy Leary, il guru dell’acido lisergico, e se una macchina del tempo lo avesse sputato dritto da un rave party Anni 80 nessuno si stupirebbe. E invece a quell’epoca Simone Benussi, aka Mace, 38enne produttore, musicista e dj milanese, che da qualche settimana ha tirato fuori uno degli album italiani dell’anno, aveva appena iniziato le elementari. 

Certo non immaginava di diventare nel 2021 una star della musica in grado di connettere il rap con Platone. Confusi? Allora uniamo i puntini. OBE è il suo debutto, un lungo viaggio psichedelico in cui convergono le sue esperienze da produttore: hip hop, elettronica, dance, etnopop. Un viaggio pieno di incontri sorprendenti − il timido Colapesce che duetta con il trapper Chiello_fsk (Ayahuasca, forse il pezzo più bello) −, un elenco di featuring che in pratica è la guest list  della musica italiana del momento: Madame, Venerus, Irama, Salmo, Gué Pequeno, Carl Brave, Noyz Narcos, Gemitaiaz, Ketama126, Rkomi, Blanco… «Bisogna immaginarlo come uno di quei film corali di Robert Altman», spiega Simone, seduto nello studio di casa tra piante e quadri, «con 15 storie unite da una cosa: l’occhio del regista». 

Mace

MARIA SANG @Lanzarote

OBE sta per Out of Body Experience, l’anima che fluttua fuori dal corpo, il viaggio astrale che avrebbe provato da bambino durante un’operazione. Ne parlava già Platone nel 400 a.C. quando nella Repubblica raccontava il mito di Er, guerriero tornato dall’aldilà. «E ci sono anche gli studi finanziati dalla Cia negli Anni 70 su come gli stati di coscienza alterata possano far viaggiare nello spazio e nel tempo. È la Cia, non fantascienza o esoterismo, e se per loro la cosa poteva avere una base di realtà, io un dubbio me lo faccio venire».

Qual è questa base di realtà?
«Lo studio mostrava come ogni cosa sia formata da una serie complicatissima di campi energetici che vibrano e danno l’illusione della materia. Sono discorsi filosofici sempre esistiti, in culture diverse. Decidi tu se crederci e a me sembra verosimile».  

Mace

MARIA SANG @Lanzarote

Lei viaggia molto, in tutti i sensi. Cosa cerca?
«Qualcosa di molto simile all’esperienza extracorporea. Quando viaggio sono un altro. Esco dal mio corpo, vedo le cose da un’altra prospettiva. La quotidianità mi annoia facilmente e allora parto per scardinarmi dalla routine e dai sistemi socioculturali del posto dove vivo»…

L'intervista a Mace continua sul numero di GQ di aprile in edicola

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