Mafia, a Palermo i commercianti di Borgo Vecchio si ribellano al pizzo: 20 arresti

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La mafia influiva "pesantemente" anche nell'organizzazione della festa in onore della patrona Madre Sant'Anna

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PALERMO – I commercianti denunciano e così scatta il blitz contro la mafia di Borgo Vecchio, antico quartiere di Palermo. Dall’operazione ‘Resilienza’ portata a termine dai carabinieri del Comando provinciale emerge un segnale importante nella lotta a Cosa nostra: 13 di 22 casi di estorsione ricostruiti dagli investigatori con l’aggravante del metodo mafioso (sei consumati e 16 tentati) sono stati scoperti grazie alle denunce spontanee da parte di imprenditori e commercianti. Altri cinque casi sono stati ricostruiti dagli investigatori ma in seguito “pienamente confermati” dalle vittime.

LE MANI DI COSA NOSTRA SU FESTA PATRONA BORGO VECCHIO

La mafia di Borgo vecchio, antico quartiere di Palermo finito al centro dell’operazione ‘Resilienza’ portata a termine dai carabinieri del Comando provinciale, aveva un controllo così capillare del territorio da influire “pesantemente” anche nell’organizzazione della festa in onore della patrona Madre Sant’Anna. È quanto emerge dall’inchiesta che ha portato a venti fermi eseguiti su disposizione della Dda. Diverse le accuse: dall’associazione per delinquere di tipo mafioso a quella finalizzata al traffico di droga, ai furti e alla ricettazione, passando per il tentato omicidio aggravato. Gli indagati, inoltre, dovranno rispondere di danneggiamento seguito da incendio, estorsioni aggravate (consumate e tentate), danneggiamento e furto aggravato.

Le celebrazioni in onore della patrona del quartiere, che si tengono ogni anno dal 21 al 28 luglio, “venivano organizzate – è la tesi degli investigatori – da un comitato che, di fatto, era controllato da Cosa nostra”. Serate canore animate da cantanti neomelodici scelti e ingaggiati dai mafiosi e finanziate attraverso le cosiddette ‘riffe’ settimanali con cui venivano richieste somme di denaro ai commercianti del quartiere. Il denaro veniva poi usato anche per rimpinguare le casse della famiglia mafiosa destinandole al sostentamento delle famiglie dei carcerati e alla gestione dei traffici illeciti. I vertici della famiglia mafiosa di Borgo vecchio decidevano quali cantanti ingaggiare, provvedevano al pagamento degli ingaggi e autorizzavano commercianti e ambulanti a vendere i loro prodotti durante la festa, disciplinando anche la loro collocazione lungo le strade del quartiere.

A BORGO VECCHIO CLAN ARBITRI ANCHE IN VICENDE CUORE

Nell’antico quartiere palermitano di Borgo Vecchio Cosa nostra è alla “continua ricerca del consenso verso un’ampia fascia della popolazione” e i mafiosi “continuano a rivendicare, con resilienza, una specifica ‘funzione sociale’. Tutto questo imponendo le proprie decisioni per la risoluzione dei problemi più disparati: dai litigi familiari per motivi sentimentali alle occupazioni abusive di case popolari o agli sfratti per i mancati pagamenti degli affitti al proprietario di casa. È quanto emerge dall’operazione ‘Resilienza’ portata a termine dai carabinieri del Comando provinciale con il coordinamento della dda del capoluogo siciliano.

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