ROMA (ITALPRESS) – Se vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più e questo vale anche per l’Italia Team che fra qualche mese volerà a Parigi, sognando di ripetere le gesta di Tokyo dove arrivarono 40 medaglie. Un traguardo record e anche per questo quella francese “sarà un’Olimpiade complicatissima – avverte Giovanni Malagò, presidente del Coni ospite di Radio Anch’io Sport su RadioUno – Entrano in campo discipline sportive nuove, che sono sempre un’incertezza. In più c’è un allargamento impressionante delle nazioni, che portano atleti e atlete di Paesi emergenti a medaglia soprattutto nell’individuale e quindi aumenta la competitività. Tutto passa da quanti atleti riusciamo a qualificare. Oggi siamo a 100, a Tokyo eravamo 381, è ovvio che ci si aspetta molto dagli sport di squadra in cui oggettivamente siamo indietro rispetto alle qualificazioni individuali. Arrivare a 41 medaglie sarebbe già un mezzo miracolo. Dobbiamo andare a prendere delle medaglie dove a Tokyo siamo andati meno bene, ad esempio la scherma. Da quello che si è visto agli ultimi mondiali, sulla carta dovremmo fare di più. Di contro, non è pensabile ripetere le 5 medaglie d’oro nell’atletica leggera”. “Bisogna anche chiarire un equivoco di fondo – aggiunge Malagò – Solitamente si stila la classifica in base alle medaglie d’oro vinte. Non è giusto, non solo secondo me ma anche a detta del Cio. Io mi accontento di vincerle in assoluto, la questione dell’oro spesso condiziona visivamente il risultato finale”. Dici Olimpiadi e il pensiero va a Milano-Cortina 2026, con l’ormai annosa questione della pista da bob. “Su questo argomento sono coscientemente o illogicamente sereno – commenta – Il problema è solo politico e io non faccio politica, mi occupo di sport. Il Cio è favorevolissimo che non si debba fare la pista da bob in nessun paese senza che ci sia un business plan. La mia previsione è che adesso l’Italia tirerà fuori la bandiera del nazionalismo. Io sono un malato di Italia, sono un patriota, se questa cosa avverrà io con grande spirito di squadra proverà ad andare il Cio, con qualcuno del governo che mi accompagnerà, per cercare di far cambiare idea. Nel caso contrario, siamo comunque con la coscienza a posto. Milano-Cortina 2026 sarà la migliore olimpiade invernale di sempre: il mondo dell’inverno vuole tornare in Europa”. Altro tema d’attualità è quello legato allo stop al Decreto Crescita che Malagò non condivide. “Parliamo di 50 atleti che nel 90% dei casi sono di caratura molto importante e internazionale. Andava corretto negli importi di base, ma così come impostato depaupera il patrimonio e la qualità del nostro campionato. C’è molta demagogia. Ce ne accorgeremo in un anno o due anni. Poi, come in tutte le occasioni, il nostro paese riesce a tirar fuori delle virtù inaspettate, qualche società riuscirà a tirar fuori giovani inaspettati e a valorizzare il proprio vivaio, potrebbe essere anche un’occasione. Oltre al calcio, un altro sport penalizzato è la pallacanestro. Qui i contratti non sono quasi mai pluriennali e qui c’è una fortissima penalizzazione. Io sarei favorevolissimo ad abolire il Decreto Crescita se però si considerassero altre opportunità che il mondo del calcio ha perso, penso al betting, a certe pubblicità, agli introiti dati all’erario che non rientrano nel sistema. Non si può fare un provvedimento univoco senza fare un discorso integrato di sistema, che è quello che è sempre mancato”. Chiusura sul Var: “Sono favorevolissimo al Var e alla tecnologia in generale. Oggi c’è un’interpretazione troppo soggettiva, a mio avviso bisognerebbe cancellare le due paroline ‘ chiaro ed evidentè, quantomeno proviamo ad attutire gli errori. Negli ultimi tempi siamo stati un pò sfortunati in questo senso”.
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