Marocco, sit-in al consolato: ‘siamo italiani ma ci ignorano’

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ROMA – “Aiutateci, chiediamo di poter tornare in Italia: da settimane veniamo ogni giorno qui al consolato d’Italia a Casablanca per chiedere soluzioni e, dopo tre mesi, poter tornare finalmente in Italia. Ma nessuno si degna di dare risposte”. Cosi’ Noura, cittadina-italo marocchina, in un video inviato all’agenzia Dire.
Con la giovane “almeno altre cento persone” stamani si sono radunate davanti la sede consolare italiana a Casablanca.

Tra loro, cittadini italo-marocchini o marocchini residenti in Italia con permesso di soggiorno che denunciano di essere rimasti bloccati nel Paese da inizio marzo, dopo che il governo ha chiuso le frontiere per contenere l’epidemia di Covid-19. Tutti dichiarano di non ricevere risposte dall’ambasciata.

“La nostra vita e’ in Italia, dove abbiamo regolari documenti, un lavoro e paghiamo le tasse” dice Noura: “Non e’ giusto che ci trattino cosi'”. Secondo la donna, nel gruppo “ci sono persone che rischiano di perdere il lavoro o hanno gravi problemi di salute e ci sono anche donne incinte”. “I funzionari ci dicono di andare negli ospedali che ci sono qui – dice ancora Noura – ma sappiamo che la qualita’ della sanita’ non e’ come quella in Italia”.

Mustafa, un altro manifestante, riferisce che dall’inizio del sit-in “nessun funzionario del consolato e’ uscito a parlare con noi, mentre e’ intervenuta la polizia che sta cercando di mandarci via: gli agenti ci urlano contro, un giornalista e’ stato malmenato e ci vietano anche di fare foto e video”.

Mohammed sempre alla Dire aggiunge: “Non ci lasciano neanche avvicinare. Nessun responsabile e’ uscito ancora per incontrarci. Noi vogliamo parlare con loro, ma non ci vogliono ascoltare. Non fanno entrare neanche i nostri rappresentanti: siamo in territorio italiano, molti di noi sono italiani, abbiamo dei diritti”.

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MAROCCO. PORTAVOCE ITALIANI: CONSOLATO MENTE, AEREI PARTONO

“Aerei e traghetti dal Marocco stanno partendo, ma a noi non danno la possibilita’ di prenderli. Chi dovrebbe fare il suo lavoro non vuole assumersi le sue responsabilita’: ci danno informazioni incomplete o false. Ma qui ci sono famiglie che dopo tre mesi stanno per finire i soldi e non possono ottenere il sussidio dallo Stato marocchino”. Questa la denuncia di Lassen Ait El-Mouden, portavoce del gruppo che stamani si e’ riunito davanti il consolato di Casablanca: oltre cento persone, tra italo-marocchini e marocchini residenti in Italia con permesso di soggiorno, da tre mesi sono impossibilitati a lasciare il Paese a causa del blocco delle frontiere imposto da Rabat e pertanto chiedono soluzioni alla Farnesina e all’ambasciata.
El-Mouden ha riferito: “In queste settimane ci e’ stato detto che i traghetti della compagnia Sete, che parte da Tangeri, e’ autorizzata a prendere a bordo gli italiani e i marocchini residenti in Italia. Molti hanno cercato di acquistare i biglietti, per poi scoprire solo una volta arrivati al porto che solo quelli in possesso dell’automobile potevano salire a bordo”.
Secondo il portavoce, questo sarebbe frutto “dell’accordo stretto tra le autorita’ italiane e la compagnia francese” ma il “dettaglio non viene detto con chiarezza, facendo spostare intere famiglie invano”.
El-Mouden denuncia anche che i voli speciali organizzati con la compagnia Neos Air sarebbero riservati prioritariamente “agli italiani al 100%”. “Noi di origine marocchina – dice – siamo discriminati”.
Molte donne sono incinte e, secondo il responsabile del gruppo, i funzionari starebbero fornendo informazioni incomplete: “A nessuna di loro hanno spiegato che, superata la 34esima settimana, la compagnia aerea non permettera’ loro di partire”.
La cancellazione dei voli e dei traghetti avrebbe costretto intere famiglie “a riacquistare i biglietti anche piu’ di una volta”. “Si tratta di 400-500 euro a testa” calcola El-Mouden: “Tanta gente sta finendo i soldi”.
Il manifestanti assicurano la disponibilita’ a rispettare le procedure richieste per il rientro: “Abbiamo mandato l’email al consolato chiarendo le nostre esigenze. Ci sono famiglie separate, che hanno lasciato i minori ai parenti in Italia che non sanno come fare: dovrebbero andare al lavoro, ma sono costretti a restare a casa coi bambini”. Altri assicurano: “Una volta tornati rispetteremo la quarantena”.
Una donna, per protesta, ha deciso di sedersi in mezzo alla strada. Alla fine, come si vede in un video ottenuto dalla Dire, agenti di polizia e connazionali la convincono a spostarsi. Un altro manifestante invoca invece le dimissioni del console di Casablanca. Il consolato, contattato sull’accaduto, non ha ancora risposto.

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