McDonald’s si rifiuta di ampliare le minuscole gabbie delle scrofe gravide (ma si becca una maxi multa per evasione in Francia)

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Si torna a parlare di Mc Donald’s e anche stavolta il colosso del fast-food è finito sotto i riflettori non per buone ragioni. La multinazionale, infatti, ha appena deciso di rinunciare a impegnarsi per tutelare il benessere animale dei suini allevati dai suoi fornitori, mentre dovrà pagare alla Francia una maxi multa da 1 miliardo di euro per evasione fiscale.

Gli azionisti di McDonald’s votano contro il miglioramento del benessere animale

A lanciare qualche mese fa la battaglia a favore del benessere animale, chiedendo ai fornitori di McDonald’s di non rinchiudere più le scrofe gravide in minuscole gabbie (dette “gabbie di gestazione”) era stato il miliardario Carl Icahn, uno dei principali azionisti di McDonald’s, annunciando di non essere più disposto ad accettare questa atroce sofferenza procurata agli animali.

McDonald’s nel 2012, lavorando con Carl Icahn e la Humane Society of the US, si è impegnata a eliminare le gabbie di gestazione – aveva evidenziato Josh Balk, vicepresidente della protezione degli animali da allevamento della Humane Society Usa – Invece, stanno permettendo ai produttori di maiale di confinare ancora le scrofe gravide per sei delle 16 settimane della loro gravidanza.

Purtroppo, però, Carl Icahn ne è uscito sconfitto, visto che negli scorsi giorni solo l’1% degli azionisti ha votato a favore dei candidati proposti da Icahn, che avrebbero fatto pressione per costringere i fornitori ad abolire la crudele pratica. Il piano, quindi, è andato in fumo, principalmente per ragioni economiche. L’azienda ha sottolineato, infatti, che l’abolizione delle gabbie di gestazione comporterebbe  “un onere finanziario insostenibile per i clienti”.

Multa da 1 miliardo di euro per evasione fiscale

Nel frattempo, in Francia McDonald’s è stata condannata a pagare una multa da capogiro, pari a un miliardo di euro, per chiudere un contenzioso per evasione fiscale, come anticipa il mensile francese Capital. Si tratta di una cifra record per la Francia, superiore ai 965 milioni di euro che Google ha dovuto pagare nel 2019. Al momento, però, il colosso degli hamburger ha preferito non commentare.

La vicenda, in realtà, risale al 2013 ed era stata denunciata dal report “Unhappy Meal” pubblicato da una coalizione di sindacati e Ong europee e francesi. Le autorità accusano il gigante americano di aver trasferito una quota molto elevata del suo fatturato in Lussemburgo e in Regno Unito.

Se tale multa fosse confermata, sarebbe la prima volta che viene sanzionata una frode fiscale di questa natura, basata sui prezzi di trasferimento (operazioni tra società dello stesso gruppo residenti in Stati diversi).  – spiega l’associazione francese di tutela dei consumatori Que Choisir  – Eva Joly, avvocata del comitato aziendale, ha accolto con favore quella che sarebbe una condanna “emblematica” e un segnale forte inviato alle multinazionali che evadono il fisco.

 

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