Meditazione: cosa succede al tuo cervello praticandola per almeno 8 settimane
La meditazione ha benefici sia sul corpo sia sulla mente, e secondo la scienza praticarla può avere effetti trasformativi sul cervello.
La meditazione si ispira al buddhismo, e chi la pratica da diversi anni ha potuto riscontrare diversi benefici, sia sulla mente sia sul corpo.
Praticare meditazione, infatti, aiuta a calmare la mente, a centrare i pensieri e ad allontanare le energie negative e il “rumore” per mostrare ciò che conta davvero. Scientificamente, però, mostrare gli effetti della meditazione sul cervello umano si è rivelato complicato.
Un nuovo studio della Binghamton University publicato su Nature ha mostrato come la pratica della meditazione, anche solo per un paio di mesi, sia riuscita a cambiare i modelli cerebrali di 10 studenti. Quindi, secondo i ricercatori la meditazione può davvero avere un effetto trasformativo sul cervello.
I risultati, recentemente pubblicati sulla rivista Scientific Reports, mostrano che l’allenamento nel campo della meditazione ha portato a un passaggio più rapido tra i due stati generali di coscienza del cervello. Uno è chiamato la rete in modalità predefinita, che è attiva quando il cervello è a riposo e non è concentrato sul mondo esterno, come durante i sogni ad occhi aperti e il vagabondaggio. L’altro è la rete di attenzione dorsale, che si occupa di compiti che richiedono maggiore attenzione.
I risultati dello studio dimostrano che la meditazione può migliorare la connessione cerebrale tra e all’interno di queste due reti cerebrali.
I tibetani hanno un termine per indicare la facilità di passare da uno stato all’altro: la chiamano flessibilità mentale, un’abilità che ti consente di modellare la mente. Gli studiosi vogliono applicare la meditazione anche per osservare meglio l’evoluzione del morbo di Alzheimer e l’autismo, che potrebbero essere causati da problemi con la rete di attenzione dorsale.
Per tale ragione, si sta pensando a uno studio sugli anziani divisi in due gruppi, sani e un gruppo con Alzheimer precoce o lieve deterioramento cognitivo. L’obiettivo? Vedere se i cambiamenti nel cervello causati dalla meditazione possono migliorare le prestazioni cognitive anche sui soggetti con patologie e malattie degenerative.
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Fonte: Nature
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