Migranti, Emergency: “Abitanti tendopoli San Ferdinando sono soli”
- Redazione
- 04/08/2020
- Calabria
- redazioneweb@agenziadire.com
A partire dal 15 agosto centinaia di braccianti agricoli che lavorano nella Piana di Gioia Tauro in Calabria rischiano di trovarsi senza dimora Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Si avvicina la data di scadenza prevista per lo smantellamento della tendopoli di San Ferdinando (Rc), nella Piana di Gioia Tauro in Calabria, unica sistemazione per centinaia di braccianti agricoli che lavorano nella zona e rischiano di trovarsi senza dimora a partire dal 15 agosto. Come ricorda Emergency in un comunicato, per questa data e’ prevista la chiusura definitiva del campo, annunciata dal sindaco del Comune – in accordo con la Prefettura e la Questura di Reggio Calabria – con un avviso ai residenti della tendopoli invitati a “individuare una nuova e diversa soluzione abitativa”. La data coincide con il termine dell’incarico della gestione della tendopoli affidato alla cooperativa Borrello che ha gia’ iniziato la rimozione delle tende e l’eliminazione dei servizi all’interno dell’accampamento dei migranti.
Mauro Destefano, coordinatore del progetto di Emergency di Polistena ha dichiarato: “In questi anni abbiamo sempre sostenuto il superamento della soluzione abitativa della tendopoli di San Ferdinando e, piu’ in generale, degli insediamenti informali, ma siamo convinti che questo passaggio possa avvenire correttamente, solo in presenza di un piano alternativo concreto. Secondo le informazioni che abbiamo in questo momento- ha continuato Destefano- il termine di affidamento non sara’ rinnovato, ne’ abbiamo notizie di un piano di ricollocamento. Ad oggi, c’e’ ancora profonda incertezza sul futuro dell’insediamento e dei suoi abitanti”.
Emergency e’ a Gioia Tauro dal 2011 con un ambulatorio che offre gratuitamente servizi di medicina di base, assistenza psicologica, educazione sanitaria e orientamento socio-sanitario per facilitare l’accesso al sistema sanitario a chi ne ha bisogno. Ad oggi, l’associazione riferisce di aver effettuato 39.380 prestazioni, di cui molte ai braccianti agricoli che soffrono di dolori muscolo-scheletrici, dermatiti e patologie gastrointestinali, patologie dovute alle difficili condizioni di vita e di lavoro. Destefano ha espresso “forte preoccupazione per i nostri pazienti piu’ vulnerabili dal punto di vista fisico e psicologico, che potrebbero trovarsi in una situazione di ulteriore estrema difficolta’. Questo disagio abitativo- ha continuato il responsabile- ha chiaramente ricadute sullo stato di salute individuale e collettivo dei braccianti, a maggior ragione sullo sfondo di una pandemia ancora in corso”. Il referente di Emergency ricorda che si tratta di una situazione alloggiativa di emergenza, costituita da tendopoli, insediamenti informali, casolari, che “non puo’ garantire le condizioni igienico-sanitarie piu’ basilari, gia’ normalmente fondamentali per ogni essere umano ed e’ per questo che vanno garantite delle soluzioni strutturali, non emergenziali, che promuovano l’inserimento e l’autonomia delle persone sul territorio, oltre al mantenimento dello stato di salute”.
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