“Misericordia, stiamo bruciando”: la disperazione dei residenti dell’isola greca di Evia circondata dalle fiamme

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L’incendio sull’isola greca di Evia è fuori controllo. I residenti sono disperati, minacciati dalle fiamme da Nord a Sud.

Oltre 300.000 acri di terreno risultano bruciati e diversi villaggi sono circondati dalle fiamme. Molti insediamenti sono stati evacuati, per altri l’ordine di evacuazione è stato emanato questa mattina. Residenti e turisti vengono radunati sulle spiagge per partire in barca, poiché il mare è l’unica via di salvezza.

Ci sono però molte persone che non hanno voluto o non hanno potuto abbandonare la loro casa. Tra questi, alcuni volontari che vogliono aiutare e diversi anziani.

“Se l’incendio è arrivato a casa tua e non puoi scappare, chiudi bene porte e finestre, chiudi le fessure con panni bagnati, togli le tende dalle finestre, chiudi le porte intermedie, concentrati in una stanza”, scrive la Protezione civile.

Il fuoco sta viaggiando indisturbato spazzando via case, foreste, terreni agricoli e tutto ciò che incontra sul suo cammino. Il sole è scomparso, offuscato dal fumo nero e denso. Non si riesce più a respirare. I residenti descrivono la situazione come “straziante”, “un incubo” e si dicono disperati.

Al momento stanno combattendo contro le fiamme circa 450 Vigili del fuoco, supportati da otto mezzi aerei, ma non è sufficiente. Sindaci e residenti stanno implorando da cinque giorni l’intervento di più aerei e denunciano la censura delle proteste da parte del governo.

“I Vigili del fuoco non bastano, le zone lì sono inaccessibili. Per favore fate qualcosa! Non respiriamo. Teniamo gli asciugamani sul viso a casa nostra. Non possiamo neanche andare al mare. Tutta l’Evia settentrionale è scomparsa dalla mappa. Siamo disperati, vogliamo aiutare e non possiamo. Quelli che lasciano le loro case vengono qui in un posto peggiore. I traghetti non arrivano, abbiamo carenza di carburante, non possiamo nemmeno muoverci! Misericordia, stiamo bruciando!” è il grido disperato di una residente di Istiaia.

“Siamo soli, se gli aerei non arrivano bruceremo vivi. L’incendio è a meno di un chilometro dal villaggio. Gli aerei arrivano, lanciano gocce d’acqua e scompaiono”, il commento di un altro residente.

“È il giorno peggiore di sempre. Il comune di Istiaia è in attesa di vivere il suo olocausto. Siamo soli” ha dichiarato il sindaco di Istiaia, Kontzias.

Fonti di riferimento: In.gr 1/In.gr 2/Michael Pappas-Facebook

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