“Modì – Three Days on the Wing of Madness”

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Tempo di Lettura: 2 minuti “Modì – Three Days on the Wing of Madness”ROMA (ITALPRESS) – “Johnny Depp non c’è ma Riccardo risponderà a tutte le domande, anche per lui!” con questa battuta e non senza qualche imbarazzo è iniziata la conferenza stampa di presentazione di “Modi – Three Days on the Wing of Madness”, seconda opera da regista dell’attore americano, dopo l’esordio avvenuto nel 1997 con “Il […]

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“Modì – Three Days on the Wing of Madness”

ROMA (ITALPRESS) – “Johnny Depp non c’è ma Riccardo risponderà a tutte le domande, anche per lui!” con questa battuta e non senza qualche imbarazzo è iniziata la conferenza stampa di presentazione di “Modi – Three Days on the Wing of Madness”, seconda opera da regista dell’attore americano, dopo l’esordio avvenuto nel 1997 con “Il coraggioso”. Il nuovo film porta sul grande schermo settantadue ore nella vita di Amedeo Modigliani, Modì per i francesi. A Parigi, nel 1916, il pittore è in fuga dalla polizia: vorrebbe abbandonare la città dove ha vissuto a lungo, mentre gli amici Utrillo e Soutine e la musa Beatrice Hastings cercano di convincerlo a restare e a continuare a dipingere. Attraverso una notte di allucinazioni e di incontri, con l’amico mercante d’arte e con un collezionista americano, la sua storia cambia. Il progetto, basato sulla commedia “Modigliani” di Dennis McIntyre, nasce decenni fa, proposto ad Al Pacino, rimandato, sospeso, dimenticato, e oggi ritornato con Johnny Depp alla regia, Al Pacino tra i produttori e nei panni del collezionista, Mary e Jerzy Kromolowski alla sceneggiatura e Riccardo Scamarcio protagonista.
“Il primo giorno di riprese una assistente si avvicina e mi dice che Johnny ha riscritto tutta la scena a un’ora dall’inizio delle riprese: è così che abbiamo fatto tutto il film di base, in uno scambio continuo, aspettando che la scena stessa ci suggerisse la strada da prendere – ha raccontato Scamarcio -. Io sono un fan di Johnny, lo ritengo incredibile, il fatto di incontrare una persona come lui è stata la conferma che ho intrapreso la strada giusta in questi anni come attitudine al lavoro. Si è fidato di me come regista e mi ha fatto sentire amato. In fondo questo Modigliani somiglia molto a lui ma anche un pò a me, forse è il personaggio più lontano da me ma anche il più vicino a me: è il suo alter ego con dinamiche anarchiche ma anche purezza sempre pronta ad esplodere in qualcosa di pericoloso”. Nel finale c’è una scena che mette di fronte Scamarcio ad un mito del cinema mondiale: Al Pacino. “Quando mi hanno detto che avrei fatto il protagonista in un film di Johnny Depp ed una scena con Al Pacino stavo per sentirmi male – ha proseguito ridendo -. Lui è uno dei motivi per cui faccio l’attore”.
Nel film Al Pacino interpreta un importantissimo collezionista d’arte a cui Modigliani mostra le sue opere. “Quella scena è il rapporto fra chi ha i soldi e finanzia l’arte e l’artista. E’ un rapporto duro, difficile come nel fare film: chi produce pensa spesso solo a fare soldi mentre per gli artisti è qualcosa di più intimo e necessario. L’arte è un oggetto che risuona con un soggetto, tutto può essere arte è questione di vibrazioni, è una cosa misteriosa ed intima. Se parliamo di cinema ovviamente “8 1/2″ di Fellini è il film più bello che abbia mai visto”.

foto: xi9/Italpress

(ITALPRESS).

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