Mummia egizia di donna incinta scoperta per la prima volta nella storia (e per caso)
Un piedino nel grembo: così gli archeologi del Warsaw Mummy Project scoprono la prima mummia di donna incinta della storia. Di 26-28 settimane, la donna era avvolta in tessuti di pregio, quindi era sicuramente di una classe sociale molto elevata.
All’inizio la mummia era stata identificata come quella di un sacerdote uomo di nome Hor-Djehuty, ma successive indagini più approfondite, condotte tramite tomografo e raggi X, hanno dimostrato fosse invece una donna. Ma c’era di più: i ricercatori hanno notato un piedino nell’addome della mummia, quindi sono riusciti a visualizzare l’intero feto, di circa 26-28 settimane.
Per ragioni ad oggi sconosciute, il feto non era stato rimosso dall’addome durante la mummificazione, ma proprio per questo – precisano gli scienziati – la mummia è davvero unica. Attualmente è infatti l’unica identificata con un feto nel grembo materno. Ancora non è noto però il sesso del bambino.
“Eravamo già nella fase di riassumere il progetto e di inviare la pubblicazione alla stampa – racconta Marzena Ożarek-Szilke, che ha collaborato alla ricerca – Con mio marito Stanisław, un archeologo dell’Egitto, abbiamo dato un’ultima occhiata alle immagini e notato un’immagine familiare per i genitori di tre figli: un minuscolo piede nell’addome della donna deceduta”.
La storia di questa mummia è lontana e affascinante: secondo le ricostruzioni, infatti, questa fu portata in Polonia nel XIX secolo e per molto tempo si è creduto che all’interno della bara ci fosse effettivamente una donna, documentata così nella letteratura dell’epoca.
Ma nel periodo tra le due guerre, quando gli scienziati decifrarono i geroglifici sulla bara che indicavano chiaramente il suo proprietario, il sacerdote Hor-Djehuty, si concluse che la bara conteneva i suoi resti.
Le ricerche sono poi riprese nel 2016, quando la mummia apparve agli occhi degli archeologi piuttosto delicata per essere quella un uomo. Ma soprattutto, da una prima analisi più approfondita, fu scoperta l’assenza del pene.
Gli archeologi hanno dunque preparato una visualizzazione 3D del corpo che mostrava chiaramente i capelli lunghi e ricci e il seno mummificato, e ritengono oggi che la donna avesse un’età compresa tra i 20 e i 30 anni e che fosse di rango molo elevato.
Si cercherà ora di capire le cause della sua morte. Queste analisi partiranno da tracce di sangue del defunto conservate nei tessuti molli: infatti alcune tossine legate a malattie specifiche possono ancora essere rilevate oggi.
“L’elevata mortalità durante la gravidanza e il parto a quei tempi non è un segreto – spiega a questo proposito Wojciech Ejsmond, che ha guidato lo studio – Pertanto riteniamo che questa potrebbe in qualche modo aver contribuito al decesso della giovane donna”.
E, come spesso accade, molto di più di una curiosità.
Radiological examination of an ancient mummy, said to have been found in royal tombs in Thebes in Upper Egypt, has…
Posted by Warsaw Mummy Project on Thursday, April 29, 2021
“Questa mummia offre nuove possibilità per gli studi sulla gravidanza nei tempi antichi, che possono essere confrontati e correlati ai casi attuali.– scrive infatti il Warsaw Mummy Project sulla sua pagina Facebook – Inoltre, questo esemplare fa luce su un aspetto non studiato delle antiche usanze funerarie egiziane e sulle interpretazioni della gravidanza nel contesto dell’antica religione egizia”.
Il lavoro è stato pubblicato su Journal of Archaeological Science.
Fonti di riferimento: Science in Poland / Journal of Archaeological Science / Warsaw Mummy Project/Facebook
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