Murgo – Villagrande, il fascino del versante Sud-Est dell’Etna

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di Luigi Salvo
Nel mondo del vino, sempre più competitivo ed individualista, non capita spesso che due importanti produttori decidano di raccontare insieme le proprie storie e i propri vini, prima a casa di uno, poi dell’altro. Lo scorso sabato 26 settembre, Michele Scammacca, proprietario della Cantina Murgo, e Marco Nicolosi proprietario ed enologo della Cantina Barone di Villagrande, hanno puntato i riflettori sulla produzione del versante Sud-Est dell’Etna, proponendo un intrigante viaggio sensoriale nel quale la cucina del ristorante della Tenuta San Michele di Murgo ha incontrato alcuni vini delle due storiche aziende etnee. L’evento “Murgo – Villagrande: incontro di vini, cantine e tradizioni” avrà, dunque, anche un viaggio di ritorno venerdì 9 ottobre nella cantina di Barone di Villagrande.

La Tenuta San Michele della Cantina Murgo Sorge a 500 m dal livello del mare, sulle pendici orientali dell’Etna. Nel 1981 il Barone Emanuele Scamacca del Murgo decise di trasformare le antiche proprietà terriere di famiglia in aziende agricole, negli anni successivi i figli hanno contribuito alla crescita dell’azienda che oggi conta 30 ettari vitati. Attualmente i vigneti sono dislocati presso le tre Tenute: San Michele ( Santa Venerina), Gelso Bianco ( Catania) e La Francescana (Aprilia). Nel 1982 prende vita la bottiglia di Etna Rosso Murgo e nel 1990 il primo spumante Murgo Brut

Michele Scammacca e Marco Nicolosi al brindisi di inizio serata

La Cantina Barone di Villagrande si trova sul versante Sud-Est dell’Etna a 700 metri sul mare, la sua storia affonda le radici nel tempo, già nel 1700 la famiglia Nicolosi coltivava queste terre e nel 1869 Paolo Nicolosi creò la nuova cantina di vinificazione e affinamento. Dal 1989 l’azienda è certificata in biologico, le viti disposte a terrazze coprono una superficie di circa 18 ettari, inoltre sull’isola di Salina (Me) l’azienda possiede 2 ettari di Malvasia in contrada Vallone Casella.

«L’idea di questo evento è nata un giorno a pranzo, con Marco – racconta Michele Scammaccaci siamo detti perché non creare una serata insieme dove si possano degustare i nostri vini, per raccontare un po’ di noi e di voi? E così abbiamo pensato a una sorta di viaggio sull’Etna, da dove partire e dove fare ritorno. Un percorso enologico che sia diverso dagli altri, che si avvicini a una serata tra amici».

«Sì, abbandonare le sovrastrutture e raccontare noi stessi – fa eco Marco Nicolosi d’altronde quello che ci unisce è la reciproca stima e il grande rispetto che nutriamo l’un l’altro; non solo come persone, ma anche come Aziende che hanno compreso come, lavorare in sinergia e fare rete, sia diventata un’evoluzione naturale anche nel settore del vino».

Marco Nicolosi e Michele Scammacca con i loro Etna Rosso Doc 2017

Michele Scammacca ci racconta –Quando nel 1983 sono tornato in Sicilia, il vino etneo in bottiglia era davvero poco, siamo entrati in questo mondo da pionieri, naturalmente esisteva già il vino di Barone di Villagrande tra le primissime aziende ad imbottigliare sin dagli anni ’40.
Oggi si continua a parlare molto del versante Nord -Ovest dell’Etna nel quale tanti produttori si sono lanciati, ma si parla poco del lato Sud-Est, non si mette in sufficiente evidenza che qui si fanno vini altrettanto buoni, vini basati sulla finezza e sulla freschezza, una grande potenzialità per i bianchi, ma anche rossi che raggiungono alti livelli qualitativi.”

Marco Nicolosi: “Sono nato e cresciuto in questo comprensorio, poi ho studiato viticoltura ed enologia a Milano e sono ritornato per mettere a frutto i miei studi.
Quello che era una volta l’Etna non lo è oggi e quello di oggi non sarà l’Etna domani, il vino è sempre un mondo in evoluzione, in questo territorio tutto è perfetto per la produzione dell’uva e la sua trasformazione in vino, in questo versante riusciamo a produrre vini di grandissimo interesse. Con Michele ci lega una bella amicizia”.

Il viaggio alternato tra le due aziende prevede sei chicche, inizia con l’Extra Brut 2010 Magnum, nerello mascalese 80 mesi sui lieviti, ricco di fine carbonica, bel naso di pan brioche, sentori agrumati, pesche, mela gialla, percezioni erbacee e pietra focaia.. Volume, struttura ed eleganza rendono godibile l’assaggio fatto di morbidezza bilanciata da bella presenza acidosapida con lunga persistenza retro-olfattiva.

L’Etna Bianco Superiore 2018 Barone di Villagrande da 100% Carricante, ammalia per l’intensità olfattiva fatta di ginestra e zagara, frutta bianca fresca, spezie e lievi nuance vegetali. Bella la bocca caratterizzata dal terroir vulcanico con la sapidità che accompagna il lungo incedere finale fruttato

Godibile di freschezza l’Etna Rosato 2019 Barone di Villagrande, ottenuto da 90% nerello mascalese e 10% carricante, dall’olfatto e dal sorso di fragoline di bosco, pompelmo rosa, agrumi ed erba limoncella.

Naso ricco e bocca sottile per l’Etna Rosso 2017 Contrada Villagrande, rosa rossa macerata, ribes, humus, sottobosco, erbe aromatiche. L’assaggio vibra di freschezza, con bel tannino e ritorni fruttosapidi.

Dà piacevolezza nel bicchiere l’Etna Rosso 2017 Tenuta San Michele di Murgo, il naso è di fragoline e lamponi su un tappeto di foglie fresche, mineralità vulcanica e percezioni balsamiche. La bocca è fresca, con finissimo tannino, e finale saporito.

Per concludere l’equilibrata Malvasia Salina 2017 Barone di Villagrande, seducente con il suo olfatto di albicocca e pesca candite, fichi secchi, miele d’arancio, erbe aromatiche mediterranee e percezioni salmastre. In bocca è avvolgente e lunga con residuo zuccherino calibrato.

Da Cibo Vino

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