Negrar: antichi mosaici romani tornano alla luce tra i filari della Valpolicella
Ci sono voluti cento anni, ma alla fine questo tesoro di archeologia, nascosto per troppo tempo, è stato riportato alla luce: in mezzo ai vigneti di Negrar, in Valpolicella, sono stati ritrovati i resti della pavimentazione di una villa romana del terzo secolo dopo Cristo.
Pavimento villa romana a Negrar – Fonte Comune di Negrar
Una scoperta archeologica sensazionale, ma non del tutto inaspettata, che è stata possibile anche grazie al lavoro dei viticoltori della zona.
Quest’area infatti, già nota per il suo patrimonio storico e culturale, era stata setacciata già nel secolo scorso, negli anni ’20, ma poi fu abbandonata a se stessa, almeno fino al 2019, quando l’archeologo Gianni de Zuccato con l’aiuto dei tecnici della Soprintendenza di Verona e le risorse del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha ripreso gli scavi.
Grazie a una campagna di carotaggio mirato nel suolo, è stato possibile identificare la posizione degli altri manufatti seppelliti sotto il terreno, ed ecco che è arrivata la tanto attesa scoperta: lì, tra le distese infinite di filari, è stato ritrovato il magnifico pavimento a mosaico romano, risalente a quasi 2000 anni fa.
I lavori, cominciati l’inverno scorso, erano stati poi interrotti durante l’emergenza sanitaria per poi essere riavviati a maggio. Con una settimana di scavi, e trincee tra i filari delle vigne, gli incredibili mosaici sono venuti alla luce. Il prossimo obiettivo è quello di scoprire l’estensione della domus romana.
Pavimento villa romana a Negrar – Fonte Comune di Negrar
La scoperta è così preziosa che il sindaco di Negrar, Roberto Grison, ha fatto sapere che da questo momento in poi, diverse risorse saranno investite per portare a termine gli scavi e rendere accessibile e visibile l’area.
Si legge infatti sulla pagina Facebook del comune che: “Il risultato non arriverà a breve e occorreranno risorse rilevanti. Ma è importante, finalmente, tracciare la strada. Il Comune presterà tutta la collaborazione necessaria e ringrazia fin da ora i professionisti della Soprintendenza e i proprietari dell’area per l’unità di intenti e la disponibilità con la quale stanno perseguendo il progetto”.
E così, il prezioso territorio già calcato dagli amanti degli eno-tour, si è impreziosito maggiormente di un tesoro antico da restituire all’umanità.
Vista di Negrar – Fonte iStock