Nel fiume Tamigi scoperti cavallucci marini e squali

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La Zoological Society of London pubblica i risultati della più importante indagine conoscitiva dagli anni ’50

Cavallucci marini, anguille, foche e squali vivrebbero fra le onde del fiume che attraversa Londra, il Tamigi, secondo la più importante analisi compiuta sul corso d’acqua da quando è stato dichiarato “biologicamente morto” negli anni ’50 del secolo scorso: malgrado l’assenza di vita attestata dagli scienziati, i ricercatori della Zoological Society of London (ZSL) sono riusciti a trovare non poche forme di vita animale nel fiume più famoso di Inghilterra.

Purtroppo però, inutile dirlo, anche le acque del Tamigi stanno soffrendo per via dell’inquinamento e della crisi climatica: le acque sono sempre più calde e il loro livello sempre più alto (per effetto dell’innalzamento del livello dei mari), come sempre più alto è anche il livello di nitrati presenti nell’acqua a causa degli scarichi delle industrie. Si pensi che, in media, la temperatura estiva delle acque superficiali del Tamigi è salita di +0,19°C con costanza ogni anno a partire dal 2000. Oltre all’inquinamento derivante dagli scarichi industriali, c’è poi da considerare il problema della spazzatura: migliaia di bottiglie di plastica, buste e fazzoletti che galleggiano nel fiume rappresentano una grave preoccupazione per gli scienziati: a Barnes (un quartiere londinese) un cumulo di fazzolettini trasportati dalla corrente del fiume ha raggiunto l’incredibile altezza di 1,4 metri in meno di dieci anni, coprendo un’area di 1.000 metri quadrati.

Questi rifiuti sono perlopiù composti da plastica, che sta fisicamente alternando i profili del fiume creando grandi ammassi di sedimenti molto compatti. Ma non ci sono solo i rifiuti più grossi: anche le microplastiche disciolte nell’acqua rappresentano un problema da non sottovalutare. Si calcolano, in media, quasi 20 particelle di microplastica per metro cubo di acqua, mentre le microplastiche gettate nel fiume aumentano al ritmo di 94.000 al secondo.

Malgrado tutto questo inquinamento provocato dall’uomo, la vita è tornata nelle acque fluviali di Londra, grazie agli sforzi di alcune associazioni che hanno creato delle riserve naturali lungo il corso del Tamigi. Le specie attualmente viventi includono cavallucci marini e anche alcune razze di squali. Da quando l’indagine è iniziata, nel 2003, si è assistito al costante aumento delle varie popolazioni animali presenti nel fiume. Il numero di pesci, invece, sembra essere diminuito rispetto agli anni ‘90m e gli scienziati sono al lavoro per comprendere la causa di questo declino.

Gli estuari dei fiumi sono uno degli ecosistemi maggiormente minacciati: ci offrono acqua pulita, protezione dalle inondazioni, e rappresentano un importante “culla” per i piccoli dei pesci e di altre specie acquatiche. Sono ecosistemi di vitale importanza per provare a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e a creare un futuro più resiliente per la natura e le persone – spiga Alison Debney, del ZSL. – Questo report ci ha permesso di comprendere appieno fino a che punto l’ecosistema del Tamigi si stia ripristinando, dandoci speranza per il futuro.

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Fonte: Zoological Society of London

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