Nelle Piccole Antille c’è un’isola sepolta: è la Pompei dei Caraibi
C’era una volta, neanche troppo tempo fa, un’isola lontana e bellissima scoperta dal navigatore più audace di tutti i tempi: Cristoforo Colombo nel 1493. Questo lembo di terra, situato nel mar dei Caraibi, affascinò da subito gli aristocratici inglesi dell’era Georgiana, che qui scelsero di stabilirsi.
Montserrat, isola delle Piccole Antille, e territorio del Regno Unito, scelse Plymouth come sua capitale e proprio qui iniziò la vita per moltissimi coloni. A quei tempi però, forse offuscati dal fascino di questo paradiso terrestre, i nuovi abitanti dell’isola non presero in considerazione un importante particolare: la presenza di un vulcano gigante.
Certo, il fatto che il vulcano di Soufrière Hills, fosse addormentato da secoli, dovette rassicurare i nuovi abitanti di Montserrat. E per molto tempo, quell’atmosfera di pace e tranquillità che caratterizzava questo paradiso terrestre rimase tale, almeno fino al 18 luglio del 1995.
Fu quello il giorno in cui il grande vulcano si risvegliò, in tutta la sua potenza, distruggendo gran parte dell’isola. Plymouth, la capitale, è stata completamente sommersa da fiumi di lava incandescente. La maggior parte della popolazione ha lasciato l’isola, chi ha scelto di restare, invece, si è confinato nella parte nord di Montserrat.
Plymouth è oggi considerata la moderna Pompei dei Caraibi. Quella che era la zona più vivace di tutta l’isola, ora sempre una pianura dall’aspetto lunare, affascinante e suggestiva. Ma in realtà, sotto quei crateri e quelle ceneri, è conservata la storia di una popolazione.
Le immagini della Pompei caraibica mostrano il paesaggio desolante di quella che è una città fantasma. Si possono scorgere i tetti di alcuni edifici sommersi che spuntano tra la le ceneri, come quello di una cattedrale e dell’ex residenza del governatore. C’è anche il tetto dell’ex tribunale. Ancora in piedi, e piuttosto malconcio, è invece il Plymouth’s Coconut Hill Hotel, il più antico hotel dell’isola costruito nel 1908.
Le eruzioni che sono continuate nel corso degli anni, hanno reso il territorio completamente inabitabile. Nonostante il cratere e le rovine di Plymouth siano considerati molto affascinanti dai viaggiatori, l’area è spesso off limits a causa delle attività del vulcano che viene costantemente monitorato.
Anche i cittadini di quella che era un tempo la capitale dell’isola ogni tanto tornano nella città fantasma. Lo fanno per visitare le rovine delle loro case, per ritrovare qualche oggetto dimenticato, ma soprattutto per onorare la memoria di chi non c’è più.