Niente finale europea per la staffetta azzurra 4×100
MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) (ITALPRESS) – L’Italia non è approdata alla finale della staffetta 4×100 degli Europei di atletica leggera di Monaco di Baviera. Il quartetto azzurro, privo di Marcell Jacobs, che si è fermato nelle fasi di riscaldamento, di Filippo Tortu, oggi impegnato nella finale dei 200 metri, e Fausto Desalu, che ieri ha corso le batterie e la semifinale dei 200, aveva chiuso le semifinali con il settimo tempo, ovvero in 39″02. In gara per i colori azzurri: Lorenzo Patta, Hillary Wanderson Polanco Rijo, Matteo Melluzzo e Ali Chituru. Un solo superstite (ovvero Patta) per l’Italia, dunque, rispetto al quartetto d’oro dei Giochi di Tokyo. Successivamente, però, è stato accolto il reclamo della Turchia per un danneggiamento ricevuto dalla Finlandia durante il primo cambio; i turchi hanno corso in solitaria fermando il crono a 38″98, 4 centesimi meglio del poker tricolore. Una vera beffa. Al femminile è confermato il quartetto previsto alla vigilia, che comunque coincide soltanto per metà con quello che ai Mondiali ha stabilito il record italiano, visto che mancano Dalia Kaddari (impegnata stasera nella finale dei 200) e Vittoria Fontana (dopo il risentimento muscolare di ieri sui 200 in batteria). Non corrono rischi le azzurre, con una serie di cambi in sicurezza: da Zaynab Dosso a Gloria Hooper, poi Anna Bongiorni per chiudere con un’ultima frazione convincente di Alessia Pavese, alla sua prima volta in pista con la maglia della Nazionale assoluta. Tutt’altro che disprezzabile il crono di 43.28, quarto tempo complessivo. È finale anche per la staffetta 4×400 azzurra: Lorenzo Benati, Vladimir Aceti, Brayan Lopez e Pietro Pivotto realizzano il tempo 3:02.60. Out la 4×400 donne con Anna Polinari, Raphaela Lukudo, Virginia Troiani e Alice Mangione (3:28.14). Sfuma la finale per Elena Bellò negli 800 metri femminili. Corre con una tattica diversa rispetto alla batteria la mezzofondista veneta delle Fiamme Azzurre, che nel primo giro si mette in posizione di controllo nel cuore del gruppo anzichè in testa a tirare. Ma quando si accendono le polveri, l’azzurra classe 1997 non trova lo spunto per inserirsi nelle posizioni che contano ed è sesta nella sua semifinale in 2:01.67, a mezzo secondo dal terzo posto che le avrebbe dato la qualificazione. Nella stagione del salto di qualità per la vicentina, capace di correre quest’anno due volte in meno di 1:59, stavolta manca la brillantezza necessaria per entrare nella finale europea. Elena Vallortigara, infine, accede alla finale del salto in alto femminile. Con la pedana bagnata, alla 30enne veneta dei carabinieri basta 1,87 per entrare tra le migliori dodici e giocarsi le medaglie domenica, dopo il bronzo mondiale conquistato ad Eugene.
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