Non solo Beirut: ecco dove è immagazzinato il nitrato di ammonio nel mondo (e dove può essere un problema)

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Il disastro di Beirut è stato veramente provocato dall’esplosione di un’enorme quantità di nitrato di ammonio? L’ipotesi è scientificamente possibile e preoccupa molto sapere che tale composto chimico non è immagazzinato solo nel porto di Beirut. La BBC ha riportato gli altri massicci stock sparsi nel mondo in aree a rischio.

Il nitrato di ammonio è ampiamente utilizzato ovunque, come fertilizzante o proprio come esplosivo nelle miniere. Ma chiaramente, visto il suo potenziale distruttivo, deve essere stoccato con severe regole per evitare disastri e spesso la sua posizione è segreta. Di per sé infatti la molecola non è pericolosa, ma lo diventa se innescata da “qualcos’altro”.

A Beirut le 2750 tonnellate incriminate erano immagazzinate in pieno centro, nel porto della città, a quanto pare da 6 anni. Che sia stato un incidente o un atto doloso – questo lo stabiliranno le indagini – è certo che la posizione dello stock ha incrementato di molto il bilancio umano oltre che economico dell’esplosione.

La chimica-fisica dell’esplosione di Beirut che rende plausibile l’ipotesi del nitrato di ammonio

Ma è l’unico caso? Purtroppo no, e il disastro di Beirut non è nemmeno il solo che la storia ricordi. Un altro caso è tristemente annoverato il 16 aprile 1947, nel porto di Texas City, quanto l’incendio dell’imbarcazione francese SS Grandcamp carica di nitrato di ammonio provocò un’immane esplosione, udita nel raggio di 240 chilometri e causa di almeno 581 morti, di cui 178 mai identificati.

Ed ecco dove sono gli altri stock che ora spaventano il mondo perché ingenti e vicini a centri abitati.

nitrato ammonio stock mondo

©twall/Shutterstock

India

Quasi 740 tonnellate sono state immagazzinate per 5 anni in 37 container a 700 m da una zona residenziale e a circa 20 km da Chennai, una delle principali città dell’India. Le autorità dello stato di Tamil Nadu hanno combattuto una battaglia legale contro una società che aveva importato il carico dalla Corea del Sud, nel 2015, sostenendo che fosse per scopi agricoli (spedizione per la quale fu rifiutato lo sdoganamento).

Dalle indagini è emerso come l’azienda avesse acquisito la sostanza con una licenza non valida, vendendola a “privati ​​non identificati” e società del settore minerario. Una piccola quantità è stata poi smaltita dopo essere stata danneggiata dalle inondazioni nel 2015, ma le restanti 697 tonnellate sono state ora vendute all’asta e trasportate nel vicino stato di Telangana.

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©Nordroden/Shutterstock

Yemen

Lo Yemen dilaniato dalla guerra e che sta vivendo ora un disastro ambientale e umano a causa del maltempo ha scoperto di avere un’altra bomba in casa: i resoconti dei media sostenevano che più di 100 contenitori di nitrato di ammonio fossero tenuti nel porto meridionale di Aden, importati tre anni fa e sequestrati dalle forze a guida saudita che appoggiano il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite.

Ma un’indagine ha rivelato che la situazione è anche peggiore.

“Le forze dispiegate in questo porto sono responsabili dello stoccaggio di questo carico pericoloso – ha dichiarato Tariq Salam, governatore di Aden – che si stima includa 4.900 tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinato in 130 container”.

La società governativa dello Yemen Gulf of Aden Ports Corporation smentisce comunque le accuse, sostenendo che sia fertilizzante non esplosivo e per nulla pericoloso.

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Iraq

Il governo iracheno ha ordinato un’immediata revisione dei materiali pericolosi nei porti e negli aeroporti e ha scoperto che il nitrato di ammonio era stato immagazzinato proprio nell’aeroporto internazionale di Baghdad.

In un tweet dello scorso 9 agosto l’ufficiale militare iracheno Yehia Rasool riferisce che materiali altamente pericolosi sono stati trasportati in sicurezza dall’aeroporto di Baghdad ai magazzini della direzione del Military Engineering Directorate. Che sia proprio il nitrato di ammonio, però, non è stato confermato.

تم مفاتحة مركز العمليات الوطني للايعاز إلى مفرزة مديرية الهندسة العسكرية في @modmiliq لغرض توفير الكوادر والاليات اللازمة لنقل مواد شديدة الخطورة بشكل آمن من قسم الشحن الجوي في مطار #بغداد الدولي وتمت عملية النقل باستجابة سريعة وإيصالها إلى وجهتها، مخازن مديرية الهندسة العسكرية. pic.twitter.com/6EhAh1kuDJ

— يحيى رسول | Yehia Rasool (@IraqiSpoxMOD) August 9, 2020

Come riportano i media locali, anche l’Iraq è stato testimone di esplosioni in siti contenenti materiali esplosivi in ​​aree popolate, come quella avvenuta lo scorso anno in un deposito di armi alla base militare di Al-Saqr nel quartiere Dora di Baghdad, incidente che ha provocato 1 morto e 29 feriti.

Temendo la stessa sorte di Beirut, la scorsa settimana gli iracheni sono dunque scesi in piazza e hanno invaso i social media per chiedere la rimozione di materiali esplosivi dai quartieri cittadini.

Australia

Non solo Paesi in guerra o con situazioni politiche instabili: persino in Australia permane una situazione quanto meno “dubbia”. Anche prima dell’esplosione a Beirut gli abitanti di Newcastle, nel New South Wales, chiedevano infatti lo spostamento o almeno la riduzione di una grande scorta di nitrato di ammonio in un magazzino a 3 km dal centro della città.

Ma Orica, società che fornisce esplosivi all’industria mineraria, ha sempre rassicurato la popolazione sostenendo che tale carico è immagazzinato in modo sicuro in aree resistenti al fuoco e costruite esclusivamente con materiali non infiammabili.

L’organismo di vigilanza sulla sicurezza sul lavoro del South Australia, SafeWork SA, ha poi confermato che lo stock si trova in 170 siti fortemente regolamentati e monitorati in tutta la regione. Fatto sta che comunque il carico si trova ancora lì, a 3 km dal centro della città.

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©Nordroden/Shutterstock

Regno Unito

A seguito del disastro di Beirut dello scorso 4 agosto, è stata avviata un’indagine sullo stoccaggio del nitrato di ammonio in un grande porto nel Lincolnshire, ad Immingham, nonché in altri siti nella regione di Humber.

Associated British Ports (ABP), che gestisce i siti, ha però affermato che i porti del Regno Unito devono seguire rigide normative e garantire che la sostanza sia immagazzinata e gestita in modo sicuro. Ma nel frattempo una società con sede nel porto di Portsmouth, Portico, ha ritirato una domanda per immagazzinare nitrato di ammonio.

In questo caso resta un mistero perché, sebbene l’annuncio sia arrivato poco dopo l’esplosione di Beirut – il che non sembra un caso – la società sostiene che la tempistica è solo una coincidenza, dettata da motivi di lavoro.

Richard Brough, Direttore della International Cargo Handling Coordination Association, ha detto alla BBC che il nitrato di ammonio è regolamentato perché è una sostanza pericolosa registrata.

“Di per sé, è una sostanza relativamente sicura – spiega – Diventa un problema quando viene contaminato, ad esempio con il petrolio”.

Vero, il nitrato di ammonio non esplode da solo, ma basta un innesco anche apparentemente minimo per provocare una tragedia, soprattutto se l’incidente coinvolge enormi quantità di materiale.

Ci domandiamo a questo punto perché gli stock siano mantenuti in aree densamente popolate.

Fonti di riferimento: BBC / Yehia Rasool/Twitter / Rudaw

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