Non solo pistacchio: a Bronte c’è davvero tanto da vedere
Tutti conoscono Bronte come la città del pistacchio, ma ci sono anche altri motivi per visitarla. Il territorio di questo piccolo e vitale centro ricade nel Parco dell’Etna e in quello dei Nebrodi, alle pendici occidentali del vulcano più amato. Qui il pistacchio ha trovato una casa ideale e il pistacchio di Bronte ha raggiunto, grazie alla sua qualità, notorietà e fama. La storia della cittadina è molto interessante. Fu danneggiata dall’eruzione dell’Etna del 1651, mentre la colata lavica dell’eruzione del 1843, pur non raggiungendo l’abitato, costò la vita a decine di persone. Nel 1799 l’ammiraglio britannico Horatio Nelson fu insignito del titolo di Duca di Bronte da Ferdinando I delle Due Sicilia: gli vennero donati terreni, oltre al Castello e alla chiesa di Santa Maria, nei pressi di Maniace. Una piccola curiosità: il cognome delle sorelle scrittrici Brontë che proverrebbe proprio dal nome del comune siciliano. Il padre, Patrick Prunty, avrebbe deciso di cambiare, ad un certo punto della sua vita, il proprio cognome in Brontë, in onore di Horatio Nelson di cui ebbe grande ammirazione.
Cosa vedere a Bronte
La ricca storia di Bronte ha dato vita a diversi beni culturali, monumentali e artistici. Tante le chiese, anche se molte sono andate perdute a causa di terremoti o incuria. Sono sicuramente notevoli di menzione la Chiesa della Santissima Trinità, il Santuario di Maria Santissima annunziata e la Chiesa di San Giovanni Evangelista, oltre al Colleggio Capizzi, un rilevante centro culturale. A soli 13 chilometri dal centro si trova il Castello di Nelson (Abbazia di Santa Maria di Maniace, Ducea di Nelson, Ducea di Maniace o Castello Maniaci di Bronte). Oggi è un complesso musealizzato, con ciò che resta del tempio dedicato alla Madonna dalla regina Margherita e i resti del castello. Gli amanti della natura potranno approfondire la conoscenza con il Bosco di Centorbi, un’area sul versante occidentale dell’Etna. È un querceto sempreverde, con dominanza di leccio. Vi si accede dalla Casa Forestale, raggiungibile dall’abitato di Bronte. Nel lembo estremo della Valle dell’Alcantara, tra i Comuni di Bronte, Randazzo e Maletto, sopravvivono le tracce di quello che potrebbe essere uno dei più antichi luogo di culto esistenti in Sicilia: le Balze Soprane.
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