Nucleare, Sogin: “Approvato decreto di disattivazione della centrale di Latina”

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La conclusione della prima fase del decommissioning é prevista nel 2027, per un valore complessivo delle attività di 270 milioni di euro Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Il Ministero dello Sviluppo Economico ha approvato, su parere dell’Autorita’ di sicurezza nucleare (ISIN) e delle altre Istituzioni competenti, il decreto di disattivazione della centrale nucleare di Latina. Il provvedimento consente a Sogin di avviare le attivita’ previste nella fase 1 del programma generale di decommissioning dell’impianto, con il duplice obiettivo di incrementare i livelli di sicurezza e ridurre l’impatto ambientale.

Le principali attivita’ previste riguardano lo smantellamento dei sei boiler, per un peso complessivo di oltre 3.600 tonnellate, e l’abbassamento dell’altezza dell’edificio reattore da 53 a 38 metri, che modifichera’ lo skyline del sito. Saranno, inoltre, smantellati edifici e impianti ausiliari. Tali operazioni vanno ad aggiungersi a quelle gia’ realizzate o in corso nell’impianto. Al termine, i rifiuti radioattivi, pregressi e prodotti dal decommissioning, saranno stoccati in sicurezza sul sito, sia nel nuovo deposito temporaneo, sia in alcuni locali dell’edificio reattore appositamente adeguati cosi’ da non realizzare ulteriori strutture.

La centrale di Latina e’ l’ultima delle quattro centrali nucleari italiane ad ottenere il decreto di disattivazione. La conclusione della prima fase del decommissioning e’ prevista nel 2027, per un valore complessivo delle attivita’ di 270 milioni di euro. Cosi’ in un comunicato Sogin.

Con la disponibilita’ del Deposito Nazionale, sara’ possibile avviare la seconda e ultima fase con lo smantellamento del reattore a gas grafite. Quando tutti i rifiuti radioattivi saranno conferiti al Deposito Nazionale e i depositi temporanei saranno demoliti, il sito verra’ rilasciato, senza vincoli di natura radiologica, e restituito alla collettivita’ per il suo riutilizzo.

“Siamo soddisfatti- ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani- per l’emissione di tale decreto, il quinto dopo quelli ottenuti per l’impianto di Bosco Marengo e le centrali di Trino, Garigliano e Caorso. Si tratta di un passaggio cruciale per la chiusura del ciclo nucleare italiano, che ci consente di entrare nel vivo del decommissioning della centrale pontina. Questo provvedimento- ha concluso Fontani- conferma la proficua collaborazione fra i diversi soggetti istituzionali coinvolti nello smantellamento degli impianti nucleari”.

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